lunedì 8 ottobre 2012

Settimo in Gioco 2012: i ripetenti del nord-ovest

di Mr. Black Pawn

Hanno chiesto e richiesto e richiesto che il Puzzillo visitasse la loro fiera.
Quest'anno hanno smesso, e così ho fatto un salto.

Negli anni passati, lo ammetto, avevo bollato Settimo in Gioco - l'evento di punta dell'associazione settimese "Terre Selvagge" - come una di quelle fierette locali che, fra un torneo di Carcassonne e finti concorsi, dalle buone intenzioni passano a fare da contenitore per i soliti autopromotori, prototipi brutti ed eventi trascurabili. Insomma, una specie di GiocaRoma piemontese, quel mix triste di tavoli di plastica, dadi e squallore che tanto va di moda in Italia.

Questa edizione, però, che non ho capito se si proponeva come evento per le famiglie (e allora potevano evitare di fare i manifesti scritti col sangue) o per giocatori (e allora potevano fare qualche evento per giocatori e sparare in testa ai tizi del torneo di Trivial Pursuit) è stata finalmente l'occasione di farmi un'opinione basata su qualcosa in più del sentito dire. Purtroppo.

La decisione di andare è nata perché, studiandomi la "storia" della manifestazione, avevo notato una progressiva epurazione di elementi sgradevoli: prima l'associazione organizzatrice, ha sbattuto fuori il Porazzi, poi ha silurato Giochi in Scatola, e infine ha scaricato Giochi Uniti. Un trend che, insomma, mi aveva colpito per l'abilità nel tirare a intervalli regolari ed opportuni lo scarico del water.

Mi pare di leggere, sul volto dei miei piccoli lettori, la congiunzione avversativa che emerge prepotente come conseguenza dalla mia frase precedente.
"Ma?"

Ma, se è vero che ci sono eventi che ricalcano il motto "suo figlio è intelligente, ma non si applica", è vero anche che Settimo in Gioco può essere riassunta con l'esatto contrario: "suo figlio si applica, ma proprio non ce la fa."
A fronte di quelli che sono inequivocabilmente i segni di collaborazioni azzeccate, come quella con la biblioteca che ha fornito la location, emerge una gran confusione, anche e soprattutto concettuale, in un mix di tornei di videogiochi, giochi di ruolo a caso, tavoli demo, giochi giganti e torte a tema Wings of War Glory mescolate senza soluzione di continuità in uno spazio un po' forzato.

Ad aggravare il senso di "studia tanto, però..." ci ha pensato anche l'idea di noleggiare dei gonfiabili da esterno per i bambini. Perché a Torino, a settembre, non c'è mica rischio pioggia, avranno pensato gli arguti organizzatori prima che si scatenasse il diluvio che ha tenuto fuori dalla manifestazione la maggioranza della fauna locale. 
Molto carina, invece, l'idea del quiz sulle serie tv organizzata da Andrea Chiarvesio, un chiaro invito a prendere una posizione tollerante nei confronti dell'eutanasia.
Chiarvesio, che probabilmente ha deciso di appendere al chiodo la carriera di autore di giochi (mai un istante troppo presto, ma questo è argomento di una delle prossime biografie), ha confezionato un quiz con domande che vanno dall'assurdo all'impossibile, regalando risate grasse a tutt a chi par a me.

Oltre a un negozio locale, la presenza di editori del settore era ridotta a un bell'esercizio sulle frazioni: uno stand conteneva Asterion nella sua interezza; il secondo una metà di Cranio Creations, e l'ultimo almeno due terzi di Oliphante. 
Non è molto, ma è sempre meglio di niente, anche se fa un po' strano vedere un editore specializzato a fianco di "nexsus video", sponsor locale che ha sicuramente ricevuto il nome dai tizi dell'ANAS. Il negozio di videogiochi settimese ha organizzato un divertentissimo torneo di PES, come si può vedere dalle facce dei partecipanti. In compenso gli organizzatori della fiera stanno ancora aspettando i tizi di Warage, perché montino lo stand: a quanto pare gli accorti editori ne hanno prenotato uno ma si sono scordati di venire.

Ovviamente le novità più in vista erano quelle degli editori presenti: l'ormai lanciatissimo (a mare) Libertalia di Paolo Mori, il celebre attesis gioc quello che 1969, un gioco che fa dell'esaurimento prematuro dei pezzi e delle azioni valide prima della fine la sua arma vincente, e Movie Trailer, trascurabilissimo party game in cui si devono far indovinare titoli di film a partire da una serie di immagini, realizzato, scopriamo, dagli autori di Arcanum. Non so di che film parli, ma credo siano horror.

Alcuni cosplayer fantasy hanno ravvivato un po' l'ambiente piovoso truccando i riluttanti passanti, mentre le premiazioni dei tornei hanno visto alternarsi facce che esprimevano insieme la gioia per la vittoria e lo sdegno di chi ha dovuto annusare la puzza di sudore che aleggiava intorno ai tavoli di Magic e Warhammer. Come da programma, l'uggiosa zona dedicata ai giochi di ruolo è risultata del tutto trascurabile.

Settimo in Gioco, insomma, è una manifestazione a cui non si può imputare pigrizia o carenza di passione o collaborazioni sul territorio (legate o meno al mondo del gioco), ma che, nonostante sia arrivata già alla quinta edizione, non ha ancora capito cos'è: una convention, una piccola fiera, o una mal riuscita esposizione di gonfiabili. Intanto il numero di visitatori, 3000 secondo gli organizzatori, qualcuno meno secondo la questura, fanno sì che ci sia il serio rischio che l'evento abbia luogo anche l'anno prossimo, il che confermerebbe la mia teoria.
"Suo figlio si applica, ma proprio non ce la fa: gli toccherà ripetere l'anno."


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