lunedì 23 gennaio 2012

IdeaG 2012 - chi cerca la G, chi cerca l'idea.

IdeaG, uno zerbino con scritto "arrivederci" sull'uscio del mondo dei giochi.

Trattiamo dell'evento curato dalle menti capacitive di Paolo Mori e Walter Obert per permettere agli autori di offendersi vicendevolmente riguardo i rispettivi prototipi presentati, generalmente avendo torto.
Nel presentarli.

A darsi un tono sono presenti invece molti editori, che fingendo di cercare il nuovo Totti nel campo dell'oratorio, si ritrovano ad ascoltarne le barzellette, talvolta facendone parte.
Bonus ormai quasi immancabile è l'ospite d'onore, uno con la "o" minuscola, in quanto pare che il buon Porazzi abbia dato forfait, impegnato nella ricerca di un nuovo modo di riproporre le opere di Angelo Porazzi; parliamo così di Stefan Stadler, già autore dei Pilastri della Terra e Mondo Senza Fine, al quale siamo particolarmente legati in quanto bipede.
Non manca nessuno dei tipici elementi fallimentari delle convention italiane, a parte il pubblico, per fortuna.

Il tutto nella cornice di una spumeggiante Torino, il cui aspetto più vivace si riconosce nell'energia delle sue Olimpiadi. Finite sei anni fa.

Il Puzzillo, calatosi nei panni di autore emergente con un prodotto all'altezza delle aspettative, ossia pessimo quanto bastava per il "quality code" d'ingresso all'evento, cerca di comprendere l'epopea dell'autore moderno in tutti suoi capitoli: brutta idea, raccapricciante realizzazione, imbarazzante presentazione, inspiegabile pubblicazione. 
Fallendo.
Il secondo intento sarebbe potuto essere epurare i prototipi di oggi onde risparmiarci molto lavoro sui giochi di domani, ma più o meno nulla di quanto presente rischia comunque di finire nemmeno in un negozio d'arte moderna.
Potremmo allora parlare della quantità di genio presente all'interno della struttura, ma il lattaio è passato solo per due minuti. La scelta quindi ricade sull'amatissimo da nessuno fotoreport, con il quale cercheremo di trasmettervi quel senso di nausea tipico dell'approccio ad un prototipo.

Per meglio interpretare ricorriamo al decalogo comportamentale proposto da Paolo Mori ai partecipanti prima dell'evento, mettendo giustamente in dubbio le capacità sociali degli autori di giochi e facendo tesoro delle esperienze passate:
1- non mangiare i puzzilli dei prototipi altrui.
2- in caso abbia mancato al punto uno, rutta con discrezione.
3- fai arrivare il prototipo entro l'evento (a meno che non sia per Asterion Press, nel qual caso puoi portarlo anche un po' dopo).
4- esprimiti senza usare attrezzi taglienti.
5- porta dei fazzolettini per ripulire quando ti sei espresso male.
6- orinare sui prototipi degli altri non li rende tuoi, e comunque poi non li vorresti.
7- se la pila di cadaveri suicidi al tuo tavolo ingombra l'area del tuo vicino rivolgiti allo staff.
8- non guardare mai un altro autore dritto negli occhi mentre gli dici che il suo prototipo non è male. A tutto c'è un limite.
9- se hai una buona idea, una meccanica innovativa, un tema geniale, non portarli qui.
10- scherzavo, so benissimo che non hai nulla di tutto ciò, altrimenti staresti a casa aspettando le royalties e burlandoti di chi viene qui.



Stefan Stadler e Stefano Castelli, diventati intimi dopo un pregno dialogo 
- Ehi, your name is just a little shorter than mine!
- Like you are.
- Carino.
Pare che la loro fuga di cervelli in terrazza abbia portato il quoziente intellettivo all'interno della struttura due punti più in alto.


 Francesco Rugerfred Sedda
"non guardate mai verso il tavolo", la maggior parte degli autori ritiene che guardare verso il basso causi vomito.
Per i giocatori spesso è così.
Per la sua camicia non fa differenza.

Paolo Mori in guardia alta tenta di difendersi dall'entusiasmo che lo assale con attacchi incessanti. Il colorito pallido è dovuto all'astinenza da antiemetici.
"Componentistica d'effetto è il segreto", quando le banane in gommapiuma non bastano Lorenzo Silva tira fuori il segreto gioco vibrante per adulti. "Aggiustare il target" è la chiave.

So cosa state pensando ma no, Paoletta Mogliotti di Frequenza Ludica non ha provato la componentistica di Silva, sta semplicemente simulando un attacco di Parkinson per allontanarsi dal tavolo.
Donne, ne sanno sempre una in più delle donne.


Immagine a favore della campagna contro l'abbandono dei prototipi.
Ogni anno decine di prototipi vengono abbandonati in piemonte dopo i raduni degli autori, non partecipare a questo strazio, non realizzare un prototipo.
Il bastardo sei tu.
Ma anche il gioco non scherza.


I ragazzi dello staff (sì, c'era uno staff), gli unici per i quali bisognasse sforzarsi onde trovare gli insulti giusti.
Ma essendo per lo più torinesi, il destino ha già fatto il grosso del lavoro.

Il mitologico Luca Iennaco accanto a Walter Obert, il primo una creatura per metà calcolatore e per metà calcolatrice, i suoi occhi sembrano affermare "vi odio tutti", ma i suoi baffi urlano "è vero", mentre il secondo viene dopo il primo.

Il prodotto non ha nulla a che vedere con il sesso, la razza, la religione o l'intento politico dell'autore.
Ma avreste mai pensato che la lavatrice avrebbe fatto più danni della dinamite?
Mai sottovalutare, che questo ci sia di lezione.



   Autori e ispirazione.
          L'attesa.


Immaginando cosa potrebbero fare da sobri si preparano al death match proposto loro dal Puzzillo. Obert aveva chiesto un cimento, noi volevamo fare un torneo, alla fine ne è uscito un tormento. Per tutti.

La squadra dei Begalini, capitanata dal navigato duo Obert-Mori, illumina con tecniche di sviluppo lampo gli pseudo-colleghi autori, folgorando gli ultimi neuroni rimasti in circolazione e assicurandosi un discreto vantaggio.
Tema del gioco in mezz'ora ideato sul posto: Il cercopiteco morbido.


Gli Scrausi, guidati da un astratto Castelli e un inspirato Lanzavecchia, rispondono senza colpo ferire dimostrando, con la loro "mano esacerbata", che dei neuroni possono benissimo farne a meno.
Vincendo per manifesta superiorità di bicchieri sul tavolo. 


Dei fenomeni (da baraccone) usciti vincenti dal tormento, solo uno è stato in grado di dimostrare come anni di studi e di civiltà possano disperdersi nel tempo come peti nel vento. Più di ogni altro l'autore X, il milite ignoto del game design italiano.
Ci piace ricordarlo così.




Rimane il valore del coraggio degli autori che a fronte di una palese disabilità psicomotoria si sono ostinati a realizzare giochi d'abilità.





Il genio ludico nostrano riconosce l'autorità del Puzzillo nel conferire con estremo interesse ed impegno il riconoscimento di Primo Miglior Autore Ignobile del 2012 a 






















Stocazzo.





Un messaggio di affetto lanciato dagli autori uniti a Mr Black Pawn, ricavato dalla somma delle loro menti e dalla sottrazione delle loro capacità.


Sarà stato Lui tra noi?









Paolo Mori annuncia qui con garbo la fine della manifestazione invitando tutti a rincontrarlo il più presto possibile, contattandolo in via privata per qualsiasi caso.
L'espressione assunta dal suo volto è dovuta ad una elegante critica nei confronti delle idee del collega Obert. Questa è edulcorata per il particolare rispetto di Paolo per Walter, altri ovviamente i modi utilizzati per i "consigli" nei confronti degli autori in esposizione.


Come ultima chicca vi riveliamo che tra gli autori gira voce che Paolo Mori e Stefano Castelli abbiano per le mani prodotti in grado di far fare loro "il botto". Noi stiamo qui, quando sentiremo il botto, andremo a raccogliere i pezzi.


47 commenti:

  1. olè! mi porto a casa il titolo di "autore X"! è già qualcosa...

    RispondiElimina
  2. La fiera che non visiterei neanche se mi pagassero, giochi malfatti da autori incompresi ancora in fase di prototipi: da consigliare solo per chi vuole smettere il vizio del gioco (da tavolo).

    RispondiElimina
  3. Anche perché NON è una fiera e di beta tester vogliosi di provare giochi inediti ce n'è fortunatamente già abbastanza (e no, non vengono pagati).

    Sui "giochi malfatti"... beh, forse bisognerebbe avere prima un minimo di pallidissima idea di ciò di cui si sta parlando e capisco che questo NON è il tuo caso, per cui... 'sta minchia. Grossa, direi. Svettante.

    RispondiElimina
  4. A proposito di non capisci una fava... Puzzilli? Ma il concetto di "pubblico solo qualche riga e aggiungo il link "continua a leggere" non sarebbe utile?

    RispondiElimina
  5. @Ryoga: penso che tu abbia ragione....Gli autori noti che pubblicano, fanno giochi nei loro scantinati e li fanno provare ai topi. Escono poi ogni mezzanotte di luna nuova escono e corrono da un editore che gli pubblicherà sicuramente il gioco.
    Tranquillo Ryoga...dormi sonni tranquilli...tutti gli autori scrausi cercano invano chi li pubblica, ma non troveranno mai nessuno disposto! Si daranno al massimo all'autoproduzione!

    PS: il playtesting dei topi però mi fa capire molte cose....

    RispondiElimina
  6. Ah, Topi! Voi autori scrausi siete rimasti indietro, belli. Io da quel dì che uso i cercopitechi per il playtesting! Non fosse che ti lanciano la cacca quando il gioco fa schifo...

    RispondiElimina
  7. Che carino il Puzzillo, una serie di arguti giri di parole per dire niente, che poi, se fosse stato quello che c'era a ideag, sarebbe stato già un successone.

    Invece no: l'intera struttura pullulava di autori già "conosciuti" intenti a tirsela, sparlando gli uni degli altri, coccolando e dividendosi i pochi editori importanti e lasciando le briciole ai debuttanti, che mettono in piazza idee solitamente squallide, rabberciate e inutili.

    La cosa più brutta è proprio questa divisione, nettissima, fra serie A e serie B, fra "giocatevi la monnezza fra di voi" e "col tizio della Kosmos potete parlarci solo via conferenza", con Paolo "simpatia" Mori che esorta i debuttanti a invitare Stadler ai loro tavoli... "tanto non viene, è già impegnato al mio".

    Vivono in una specie di nebbia gli autori di fascia media, troppo poco famosi per ottenere qualcosa, ma abbastanza noti per permettersi di tirarsela (e di parlare male del Puzzillo credendo di non essere uditi), riempiendo con la loro classe quello spazio vuoto che normalmente è compreso fra due chiappe.

    Come ho già detto al Puzzillo, da parte mia ideag non vale un articolo, bastano e avanzano gli sfottò, la gara a chi mangia più caramelle e gli innocui petardi per lasciare che gli autori, di ogni ordine e grado, si prendano per il culo da soli.

    RispondiElimina
  8. Che c'è, paradroide, hai il copyright su "carino"?
    Ok, argomento meglio. Mi aspettavo una roba culturale, visti anche gli ospiti, e invece era un po' un'italianata, col mercatino dell'usato, ognuno col suo tavolino a tirare i playtester per la giacca, e con la "casta" che teneva in ostaggio la gente che conta.

    Poi di fatto leggo che gli intervenuti in genere sono tutti entusiasti, quindi o è il solito buonismo che vince o sono io, troppo giocatore per capire la finesse dell'essere uno stocazz designer, l'unico a percepire la cosa come un problema. Poi mi ricordo che non me ne frega una mazza e penso ad altro, fra un po' c'è Play, che non è Lucca, ma anche lì ci si diverte.

    RispondiElimina
  9. Ma vi siete accorti che vi leggono soltanto proprio quelli che vi divertite, non sempre in maniera sagace quanto credete, a prendere per il culo? Aspiranti autori, folletti verdi o nerd puzzillatori da tavolo che girano qui... che differenza c'è? Io vi leggo (faccio parte di almeno una delle tre categorie) e prendo le vostre recensioni per quello che sono, che tanto si sa benissimo e si capisce, se sai leggere tra le righe, quali sono i giochi che vi piacciono.
    Questo vostro decostruzionismo disfattista ormai è agli sgoccioli... la state tirando per le lunghe pensando di avere materiale infinito che mi sembrate quasi JJ Abrams (e non è un complimento). Insomma i punti chiave li abbiamo capiti... ci sono una miriade di giochi che fanno schifo eppure si continua a pubblicarne (non potrei dire lo stesso di videogiochi, musica, libri ecc?...). Perché gli editori lo fanno? Risposta: Perché qualcuno continua a comprarli (i pecoroni americani, i noiosi tedeschi, i quattro gatti italiani ecc...).
    Dopotutto viviamo in un paese dove fanno mutui per comprarsi l'iphone e fare le vacanze da fighi... e ancora ti fai domande così? L'altra critica è che le recensioni sono scritte da corrotti che si vendono per un pacchetto di caramelle... Mah, io penso siano solo appassionati con i loro limiti (come i tifosi dell'Inter). L'ultima critica è che quegli sfigati che si sbattono per portare avanti un loro hobby creativo e/o sogno nel cassetto e si ritrovano per mostrarsi a vicenda le loro porcherie fatte con la colla e le forbici seguendo i tutorial di Mucciaccia, sono divisi in caste peggio che in India, inoltre si sparlano e si pugnalano alle spalle senza apparente motivo (come in Assassin's Creed).
    Continuerò a leggervi ma spero un giorno di vedere un puzzillo 2.0 con qualcosa di meglio delle sterili polemiche e frecciatine a questo o a quel vostro "lettore di fascia media" di cui non importa una fava a nessuno ma che imperversano da tempo...

    RispondiElimina
  10. Alura...

    - Il mercatino era organizzato da GiocaTorino e non vedo come potesse inficiare con la manifestazione.

    - Ho chiesto a 3 editori se volessero provare il gioco. Son venuti in 3 e l'han provato, compreso Stefan che però ha declinato una volta individuata la tipologia di gioco (per la serie "non stamo a perde tempo"). Che poi un editore magari vada sicuramente a provare un gioco di Paolo Mori anziché uno di un autore sconosciuto forse è anche normale, nell'ottica dell'editore. O no? Tutta 'sta "casta" non l'ho vista.

    - IdeaG è un convivio di autori, più o meno noti. E questo è stato. Ho fatto provare i miei giochi, altri autori hanno provato i miei. Ho dato consigli, ho ricevuto consigli (buoni, tra l'altro). Son stato assieme agli altri, mi son divertito e son ripartito contento. Sopratutto: NON sono andato li apposta per "piazzare" i giochi. Per quello secondo me ci sono altre strade.

    - Ci sono un po' di "stocazzi"? Si. Ce ne sono in ogni ambito e qualsiasi manifestazione che comprenda più di 5 persone ha un'ampia possibilità di contenere una certa quantità di stocazzi con la puzza sotto il naso o snobbettini. Ne sai niente? ;)

    RispondiElimina
  11. Dai, Gino Panino, dimmi quali giochi mi piacciono.
    Per quanto mi riguarda, fra le righe che scrivo c'è solo il nero (pardon, grigio scuro).

    Che poi il nostro decostruzionismo disfattista (sic) sia agli sgoccioli forse è vero, ma grazie al cielo c'è sempre una qualche spruzzata di concime a darci nuova linfa. Se non alla nostra sagacia, da sempre più o meno latitante, almeno alla nostra ignoranza.
    Come diceva Walt Disney "se non riesci a farla, spingi di più".

    PS: C'erano dei punti chiave? Diavolo, io neanche lo sapevo!
    Puzzillo, spiegami questa cosa dei punti chiave o mi licenzio. O non lo faccio. Insomma, minacciati da solo.

    RispondiElimina
  12. Io sarei curioso di sapere l'ottica del playtester che va in queste convention.
    In genere (non in questi eventi) io ho visto playtester costretti dal fatto che in comitiva vi è un amico aspirante autore.
    Vorrei sapere che tipi di playtester ci sono in queste occasioni, se persone che gli va bene qualsiasi gioco proponi loro, se persone che calano la testa annuendo che il gioco è bello per mera amicizia (o conoscenza), oppure se ci sono critici alla Anton Ego di Ratatouille (per intenderci) che spezzano le speranze di qualche autore alla ventura.

    Io in queste occasioni non verrei perché sarei uno alla Anton Ego e criticherei duramente qualsiasi gioco non trovassi all'altezza.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ryoga, allora saresti il playtester ideale per una convention simile. Perché l'amico che ti dice che il tuo gioco è bello bello bello ogni tanto NON è il tester migliore.

      Elimina
    2. Il problema è che non avrei l'entusiasmo per andarci, non sono così sadico da viaggiare per stroncare giochi altrui :D

      Elimina
    3. Io non so chi sia questo Ryoga, ma mi piace il suo atteggiamento... Ryoga, il trucco è andare a fare altro, e stroncare giochi altrui en passant.

      Elimina
    4. Tipo organizzarsi un bel viaggio a Torino in quei giorni e tra una scarpinata e l'altra per monumenti andare a risvegliare dai loro sogni qualche sventurato e incauto autore? Già così è più interessante!

      Elimina
    5. This.
      Magari approfittandone per controllare se le tette di quella tipa conosciuta su facebook sono davvero così interessanti. Per farsi un'idea di ideag bastano 2-3 ore al giorno magari in concomitanza con gli "incontri".

      PS: adesso chi c'è stato mi dirà che no, se non stai lì mattina, pomeriggio, sera e notte, se non dormi all'open, se non mangi la merda dell'open, non puoi goderti appieno ideag. La mia risposta è un allegro "per quanto riguarda ME, al masochismo c'è un limite".

      Elimina
    6. Ecco! Così è già molto più interessante! :D
      Concordo sul limite al masochismo!

      Elimina
  13. Aiuto, adesso devo rispondere a Stef il parac droide.

    Parac: "Il mercatino era organizzato da GiocaTorino e non vedo come potesse inficiare con la manifestazione."
    BP: Tralasciando il dubbio senso di "inficiare con" ma anche il semplice utilizzo del verbo "inficiare" all'interno di quella frase (tu sei un giornalista, mi fido), il mercatino in sé non è male, semplicemente non c'entrava una mazza. Capisco l'autofinanziamento per GT, ma boh, per me è una nota stonata. Ripeto: mi aspettavo una roba più "culturale".

    Parac: "Ho chiesto a 3 editori bla bla bla tutta 'sta "casta" non l'ho vista."
    BP: Forse perché tu non sei un debuttante ma un autore con già un paio di robe pubblicate, conosci gente e stai dentro all'ambiente?

    Parac: IdeaG è un convivio di autori bla bla bla ci sono altre strade.
    BP: Vedi sopra. Comunque non è un convivio ma un incontro, ed è nelle intenzioni (e nella comunicazione) decisamente più formale di quel che è.

    Parac: Ci sono un po' di "stocazzi"? Si. Ce ne sono in ogni ambito bla bla bla. Ne sai niente?
    BP: Forse non ci troviamo sul significato di stocazzo, ma pazienza.
    Io non ho la puzza sotto il naso, almeno finché qualcuno non mi ci agita sotto il culo. Ma mi stanno sulle balle quelli che si dichiarano giornalisti e hanno scritto due righe su giochi regalati, quelli che scrivono i librini di giochi senza aver mai messo il nome su più di una scatola, quelli che si dichiarano autori affermati ma quello che hanno fatto di decente è merito di altri, quelli che non riuscendo a trovare di che campare decidono di sfruttare la dabbenaggine altrui dietro l'insegna del punkeggiante "do it yourself", quelli che...

    Oh, davvero, hai ragione: troppi stocazzi. E no, non ne so nulla.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. A dire il vero non ho visto divisione tra autori di serie A e serie B, al limite tra serie B e serie C. Gli autori di serie A se ne sono stati a casa a preparare come si deve la fiera di Norimberga.

      Ah, non ho visto nemmeno gli editori importanti. Stessa storia.

      Il caro Stefan credo sia rimasto al mio tavolo 30 minuti in tutto, spalmati su tre giorni.

      Ultima cosa, negli stessi tre giorni credo di aver provato 17 giochi di altri autori, di cui solo 3 appartenenti alla serie B degli autori pubblicati.

      Se devi dire delle cazzate (e nessuno te ne vuole per questo, ci piaci così), almeno dille vere.

      Elimina
  14. Quanta roba, risponderei a tutti, se me ne fregasse abbastanza da leggerla.
    Facciamo due a caso, per buona volontà.

    Koril - Il fatto di non esporre il tuo nome al pubblico ludibrio è stato un modo per consentirti di riscattare la dignità in qualche altro modo. Approfittane per rifatti una vita o, per meglio dire, per fartene una.

    Gino Pallottino - Se si dovessero fare solo cose sensate probabilmente non avremmo avuto nemmeno giochi di cui scrivere.
    Il nostro messaggio è chiaro? Ma lo scopo non è raggiunto. Ma dovresti conoscere lo scopo per valutare, appena lo raggiungeremo ti enderemo.partecipe.
    Nel frattempo si continuano a produrre giochi pessimi, realizzare convention incoerenti e presentare personaggi... emblematici dell'italian style.
    Non andiamo bene.

    Per il Puzzillo 2.0, ossia la versione con più gnocca, hai suggerimenti? Siamo qui ben pronti ad ignorarli. Viabilità e prostituzione mi sembrano due buoni temi per iniziare.

    RispondiElimina
  15. Ragazzi, se fate tutto questo casino dopo questa ottava edizione, avreste dovuto vedere le precedenti! :)

    Comunque il livello dei giochi sale sempre, anche se rimangono ancora delle cose improponibili

    RispondiElimina
  16. Mamma mia quanto acido!
    Dico i miei due cent, impopolari.
    Sono marginalmente d'accordo sul fatto che ci siano delle "caste", ma è inevitabile: si chiama gavetta e si fa ovunque. E' anche normale che Stadler voglia stare (e non "sia tenuto prigioniero") con autori più navigati piuttosto che con me. E' normale che, fra tutti quelli alla prima IdeaG, ci sia qualcuno con giochi abbastanza ingiocabili (sono l'unico che ha provato il gioco di dadi del Puzzillo?).
    Personalmente ho trovato il livello di quest'anno un po' più basso (ahia! ahia! basta sassi, vi prego!), ma credo sia "colpa" del fatto che c'era tanta gente nuova. D'altro canto, ho provato un paio di cose davvero davvero valide.

    Ah, Mr. Black Pawn, quando ho "scritto un librino di giochi" non avevo mai messo il nome su una scatola. Altro che più di una. E' stata proprio una spacconata gratuita. Ma è gratuito anche il libro, per cui direi che su quel fronte io e il mondo siamo più o meno pari.
    Però continua così, che in fondo in fondo una battuta ogni tanto su di me val bene il divertimento di leggere tutte le altre.

    RispondiElimina
  17. perdi colpi... non pensavo fossi così gentile.

    RispondiElimina
  18. mori: nessuna cazzata, semmai un punto di vista poco coinvolto. Ok, stadler è stato poco al tuo tavolo, avrà anche fatto un paio di giri nei tavoli limitrofi, ma la mia impressione è che la maggior parte dei debuttanti l'abbia visto solo in foto.
    Bello però che tu consideri gli editori intervenuti delle pippe: spero che tengano in considerazione la tua opinione in futuro.
    Poi ok, tu hai provato tanti giochi di gente nuova, mi fido, ma dato che l'evento è tuo più o meno immagino tu debba farlo.
    Non voglio fare polemica su questo punto, ogni intervenuto sa come è andata a lui...

    valtriani: diavolo, hai ragione, ma non temere, lo sanno tutti che se hai due qualità, queste sono l'arroganza e la logorrea.
    E non temere che continuerò a sparare palle di cacca su qualsiasi cosa non mi vada a genio (inclusi i tuoi capelli).

    khoril: con chi ce l'hai? è inutile che fai il simpatico, prima o poi qualche idiota pubblicherà un tuo gioco, e io sarò lì ad aspettarlo.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. rispondevo al puzzillo, quella cosa della dignità è commuovente

      Elimina
  19. Ecco la mia personale tipologia.

    Autori di serie A, non hanno tempo di parlare di giochi, devono farli. Serie B, hanno uno o più giochi alle spalle, ma se la moglie si impunta a Norimberga non ci vanno. Serie C, autori inediti, ma hanno capito grosso modo come dovrebbe essere un gioco bello. Amatori, non hanno capito cosa significa gioco, e anche se lo spieghi, non lo capiranno.

    Editori di serie A. Se non fanno tot giochi all'anno devono licenziare gli impiegati. Serie B, anche se volessero non potrebbero licenziare, perché non hanno impiegati. Serie C, se trovano il gioco bello lo fanno, sennò non vanno ad Essen. Amatori, se loro o il loro amico fa un gioco bello lo stampano nella tipografia sotto casa e lo vendono in fiera. L'anno dopo nessuno li avvista più.

    RispondiElimina
  20. Quando ho sentito che partecipavate l'ho reputato una cosa positiva. Invece non vi ho visti in giro a provare e commentare (acidamente) le altrui idee, di autori di serie B o C che siano, o a interfacciarvi positivamente con gli editori, portando il vostro punto di vista e riportandoci qua la conversazione.
    Se l'avete fatto non ne ho visto il report. Pensavo che aveste i coglioni per andare in giro a provare i prototipi più insulsi e a stroncarli sul nascere salvando il vorrei-essere-un-autore di turno da una grama e spesso inutile e dispendiosa gavetta guardandone la sofferenza negli occhi o la rabbia montare dal fegato. Invece vi siete limitati a lanciare caramelle ad autori che hanno dimostrato di essere in grado di prendersi in giro regalandovi un'ora del loro tempo a tarda notte. A proposito: grazie per le caramelle toffee. Era da tanto che non ne mangiavo.
    Linx

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Pensa che io ho fatto apposta a fargli provare i giochi brutti e Il Puzzillo in persona mi ha detto che non erano niente male! :)

      Elimina
  21. Scrivere in casa vostra equivale ad autorizzarvi a sparare cacca a raffica, lo sappiamo tutti. Spesso lo fate in modo talmente arguto e sarcastico che e' davvero un piacere spendere qualche minuto a leggere con quale fantasia argomentate le vostre critiche piu' efferate. Si, mi diverte.
    Ma.
    Ma sinceramente anche io speravo in qualcosa di piu' dalla vostra salita in terra sabauda.
    In un precedente articolo gia' lessi della vostra voglia di stroncare sul nascere quei giochi che se pubblicati avrebbero fatto piu' danno che altro... quindi mi aspettavo che grazie al vostro spiccato senso critico poteste davvero rendervi "utili" alla causa.
    Peccato.
    Un'occasione persa da parte vostra. Non credo che il solo lanciare frecciatine su episodi contingenti al vero fine del evento fosse veramente quello per cui speravo partecipaste.

    Detto cio' complimenti per la vostra perseveranza, vestire i panni del "sempre cattivo" e' altrettanto difficile come per il "sempre buono".
    Non di meno vivissimi complimenti a quei ragazzi di GT che hanno speso tempo ed energie per collaborare a qualcosa di concreto.
    Fatti concreti (su cui si puo' sempre lavorare per migliorarsi) e non solo pugnette telematiche ;)

    RispondiElimina
  22. Ma ci siamo resi utili, a modo nostro.
    Provo a spiegarmi. Leggete lentamente, sennò vi perdete dei passaggi.

    Andare in giro, evidenziando difetti e storture dei prototipi, stroncandoli sul nascere e umiliando i debuttanti prima che si spacchino la schiena su progetti inutili, cari Inventori di Giochi e cari playtester, è quello che dovreste fare VOI.
    Noi, come sempre, prendiamo per il culo.

    Quello che state chiedendo a noi del Puzzillo è quello di fare il lavoro sporco al posto vostro. Dato che non avete le palle per dire in faccia a chi vi mostra un prototipo che quel gioco fa schifo, vorreste che qualcuno traducesse in qualcosa di sincero i giri di parole che usate per valutare i giochi degli altri, qualcuno che traslitterasse i vari haiku senza senso di mori nei dovuti "è una merda", "non funziona", "una pozza di vomito gira meglio" o i vari commenti di circostanza in qualcosa di utile, se non allo sviluppo del gioco, alla salvaguardia dei giocatori.

    Ma noi non funzionamo così, dovreste saperlo.
    Il nostro cervello funziona in modo estremamente più semplice di quello di un autore, perché noi siamo solo dei piccoli bastardi.

    E ci siamo semplicemente divertiti a veder ballare gli autori italiani intorno a un sacchetto di caramelle.

    RispondiElimina
  23. Quale cattiveria.
    Intendiamoci, so che siete cattivi dentro, altrimenti stareste godendo delle gioie della vita invece che interessarvi di giochi (ampliamento del teorema "le fiche stanno a scopa'"), ma non immaginavo tanta cattiveria, anche da personaggi esemplari come il buon Tinuz, che in una sola frase sentenzia l'infamia dell'intero settore:
    Quindi gli autori non sanno fare gli autori, che portano prototipi inaccettabili.
    Quindi gli editori non sanno fare gli editori, incapaci di selezionare i lavori da produrre.
    Quindi i giocatori non sanno giocare, mancanti della cultura o intelligenza per comprendere valori ed eventuali difetti dei giochi.
    Quindi avrebbe dovuto farlo il Puzzillo? Neanche noi saremmo mai arrivati ad un tale, brutale, livello di offesa diretta.

    Non è questo che facciamo: non ci sostituiamo al lavoro degli altri, ci limitiamo a criticarlo.

    Emerge alla luce di tali note un dubbio: se serve il Puzzillo per stroncare i pessimi prototipi, cos'era ideaG?


    Ciò non toglie che potremmo, in futuro, offrire servizio d'agenzia, ad autori ed editori.

    RispondiElimina
  24. BP, vado offtopic. Dovremmo metterci d'accordo e votare tutti Il Porazzi alla Ludoteca Ideale. Pensaci tu!

    RispondiElimina
  25. Ehi che ideona! Taroccando una votazione popolare, vuoi screditare il vincitore e il premio in un botto solo!
    Chiedi a Tinuz, che ha esperienza in queste cose.
    Oppure a Aledrugo, ma non metterli nella stessa stanza.

    Altrimenti, mandami una mail a fot.teilcazzo@gmail.com

    RispondiElimina
  26. Ahahahah :D ... Avete un'ottima memoria storica vedo. Un birra ve la siete guadagnata! ;)

    Mi sta bene, a ciascuno il suo... buone bastardate allora!

    RispondiElimina
  27. Parte I

    "La cosa più brutta è proprio questa divisione, nettissima, fra serie A e serie B"
    E' VERO
    Purtroppo questo è lo scotto da pagare quando ci sono 45 autori. Da diversi anni IDEAG non è più un incontro con 15 autori, come avvenuto il primo anno o in altri eventi come IDG^3 o i primi convivi di Berceto, in cui si crea un clima familiare tra i partecipanti e tutti conoscono tutti e tutto. E' abbastanza inevitabile che l'atmosfera sia più impersonale, che gli autori che si conoscono di più si siedano al tavolo per giocare e chiacchierare con gli amici che conoscono da tempo e che vedono poche volte l'anno.
    NON E' VERO
    Ogni anno capita di sentire di autori che si presentano per la prima volta e che fanno pochi playtest di giochi loro o di quelli altrui, ma è anche vero che una parte di loro resta ancorata al proprio tavolo, forse convinta che una massa di playtester e di editori avrebbe fatto la fila per provare il loro gioco. Se poi il loro gioco è una variante del gioco dell'oca o del calcio, la situazione è ancora più dura. Il primo anno c'è questa sorta di gavetta da fare, ma se hai qualche idea interessante e non sei ancorato sulle tue idee, sicuramente l'anno successivo tornerai ad IDEAG.
    In passato, per un anno c'è stato un tabellone dove si segnava il numero di partite ai vari prototipi, ma poi si è rivelato inutile. Io stesso avevo pensato alcune ipotesi un po' machiavelliche ( 1) sabato mattina si provano i giochi di 15 autori, sabato pomeriggio i giochi di altri 15... 2) si formano tavoli con un autore edito, un autore inedito, un editore, un giocatore), ma alla fine ci siamo affidati al buon senso, e al decalogo. Se qualcuno ha una idea migliore la può proporre tranquillamente.

    "Paolo Mori, OK, tu hai provato tanti giochi di gente nuova, mi fido, ma dato che l'evento è tuo più o meno immagino tu debba farlo."
    E' VERO
    Ha fatto così da sempre, e forse è uno dei pochi a comportarsi in questo modo.
    NON E' VERO
    Di certo non lo fa per dovere, ma per piacere, avendolo visto girare tra i tavoli di autori sconosciuti anche in altri eventi diversi da IDEAG.

    "Dato che non avete le palle per dire in faccia a chi vi mostra un prototipo che quel gioco fa schifo, vorreste che qualcuno traducesse in qualcosa di sincero i giri di parole che usate per valutare i giochi degli altri"
    NON E' VERO
    Se mi trovo con un autore che conosco, non ho difficoltà ad esprimere i miei dubbi sul suo gioco, e lo stesso vale per lui. Magari c'è più difficoltà a dire ad autori sconosciuti le cose come sono a causa della poca confidenza. Personalmente ho però sentito critiche abbastanza dure dette da altre persone ad autori che non conoscevano. Anche io stesso non mi sono fatto problemi ad esporre i vari difetti di un gioco, ma a volte dall'altra parte l'autore, spesso alla prima esperienza, si ostinava a difendere la bontà del suo prototipo. Quando provi a dirglielo più volte e trovi questa sorta di muro, a un certo punto desisti e capisci che le tue critiche serviranno a poco. Quando ho presentato un prototipo in passato, le critiche erano quello che volevo sentire, non certo "carino" o "funziona", ma magari l'interlocutore, se era alle prime armi, non era così esperto da individuare particolari difetti.

    Segue...

    RispondiElimina
  28. Parte II

    "L'intera struttura pullulava di autori già "conosciuti" intenti a tirarsela, sparlando gli uni degli altri, coccolando e dividendosi i pochi editori importanti e lasciando le briciole ai debuttanti"
    E' VERO
    Un po' come avviene per gli autori, è abbastanza naturale per gli editori provare i giochi di autori editi, perché li conoscono di persona e perché hanno più possibilità di trovare un prodotto per loro interessante. Inoltre l'autore alle prime armi in passato neanche sapeva chi fossero gli editori.
    NON E' VERO
    Gli altri anni gli editori si confondevano tra gli autori (il badge di colore diverso si era rivelato poco utile), ma progressi si sono fatti. Ad esempio l'anno scorso sono stati invitati a salire sul palco durante l'incontro inaugurale, in modo che tutti potessero capire chi fossero. Non so come è andata quest'anno. Sempre l'anno scorso era dispobinile online e sul tavolo della segreteria la lista dei giochi presenti, con la relativa descrizione. L'anno scorso ho partecipato ad IDEAG in veste di editore e mi ero stampato tutto l'elenco, evidenziando una ventina di prototipi che ritenevo più adatti, anche di autori alla prima partecipazione. Ho girato i tavoli provando tutti quei giochi che mi ero promesso di provare, più altri, senza fare distinzione tra autori conosciuti e non. Non so se altri editori si sono comportati in questo modo. Di certo l'organizzazione non può obbligarli a fare altrettanto, consigliarli di farlo sì.

    "Stadler è stato poco al tuo tavolo, avrà anche fatto un paio di giri nei tavoli limitrofi, ma la mia impressione è che la maggior parte dei debuttanti l'abbia visto solo in foto."
    E' VERO
    E' un problema che c'è stato fin dalle prime edizioni di IDEAG e anche io stesso mi era lamentato di questo privatamente e sullo stesso forum di IDG, usando anche toni poco mordibi. Da questo punto di vista si sono fatti dei grandi progressi. Nelle prime edizioni, nonostante non fossi alla mia prima partecipazione, probabilmente perché preso dai vari playtest, ero riuscito a mala pena a capire che faccia avessero gli ospiti. Quelli che conoscevo, li vedevo per molto tempo vicino agli organizzatori o agli editori, anche perché erano quelli che conoscevano di persona. Se è difficile per un autore edito, e ancora di più per un editore, è ancora più innaturale che un ospite straniero, che parla francese, inglese o ancora peggio tedesco, si presenti e si segga autonomamente al tavolo di un autore sconosciuto chiedendogli di voler provare il suo prototipo.
    NON E' VERO
    Dall'anno scorso la presenza degli ospiti è stata valorizzata grazie ai workshop e alle conferenze: è stato un modo per conoscere ulteriori aspetti del game design e per vederli di meno come extraterrestri, riuscendo a provare i loro prototipi e a scambiarci alcune chiacchiere.

    Per farla breve: passi avanti sono stati fatti, e si può sempre migliorare, grazie a critiche costruttive. In ogni caso rispetto per tutto il lavoro che c'è dietro.

    Rispondere ai vostri articoli con un tono serioso probabilmente vi aizzerà ulteriormente dandovi nuovi spunti per essere sarcastici, ma voglio correre il rischio :)
    Siete liberi di non credere a quello che vi ho scritto, del resto è solo il parere di chi ha partecipato a 5 edizioni di IDEAG, 4 in più di voi.

    Ciao,
    fantavir

    PS: ma forse in fondo in fondo Mr Black Pawn non è così cattivo come vuole farci credere, visto che ieri mi ha chiesto l'amicizia su FB. La accetterò... dite che faccio male? :)

    RispondiElimina
  29. scusate manon capisco idea g

    cioe perche le persone devono fare i giochi e poi giocarci alla fiera ?

    se ci sono le societa che fanno i giochi a che serve che anche le persone li fanno ?

    come se spatola che si scrive il film e lo gira quando invece lo fa la warner no ?

    magari il gioco devi finirlo e poi portarlo alle societa grandi invece di portarlo fino a torino e provarlo li a questo punto provalo a casa con gli amici prima di portarlo dalla societa.

    o no ?

    RispondiElimina
  30. 1. paragonare un film a un gioco da tavolo non ha molto senso. Sono processi creativi troppo diversi.
    2. le società grandi hanno già degli sviluppatori al loro interno e non prendono in considerazione autori esordienti e spesso nemmeno quelli di Serie A perché il loro prodotto è sviluppato su basi "meno creative" quali licenze, target, budget e marketing
    3. IdeaG non è una fiera ma un incontro di autori. Ci si porta i propri prototipi, spesso già rodati e testati da conoscenti e amici. Questa è un occasione per avere un occhio critico di riguardo da parte di 1. appassionati di giochi da tavolo (non è detto che gli amici dell'autore lo siano) 2. autori con qualche gioco alle spalle e un po' di esperienza 3. editori che sanno subito individuare eventuali difficoltà produttive o consigliare un diverso tema (es. forse 500 miniature sono troppe).
    Gli editori li ho sempre trovati molto disponibili (molto più che in altri ambiti, provate ad esempio a proporre un romanzo) e quindi nonostante le "bastardate" descritte e tutta la cacca che vi ostinate a buttargli sopra, resta un ambiente migliore di molti altri.

    RispondiElimina
  31. Non sento la necessità di arricchire ulteriormente il dibattito, ma quando leggo delle cose che non reputo veritiere intervengo anche io.
    Non è tanto il tono generale ad avermi deluso, insolitamente dimesso, nonostante la ghiotta occasione: alcuni commenti semplicemente dimostrano di non conoscere di cosa si tratta e sembrano creati ad arte per aizzare la rissa.

    La nostra manifestazione è semplicemente quello che è: un incontro di autori. Ci si trova a provare giochi altrui, dando consigli e suggerimenti. Pretendiamo collaborazione e disponibilità, perché sappiamo che anche provare giochi altrui è utile. Non obblighiamo nessuno e a chi non piace questo può anche stare a casa. Non siamo lì per farci i complimenti, ma piuttosto le critiche. Le facciamo senza offendere, con spirito collaborativo e senza tirarcela (ma con chi poi, che siamo 2 gatti in una nicchia di una nicchia?). Non lo fanno i nostri ospiti, che avrebbero ben più motivi di noi per farlo! Non lo faceva Alex Randolph, un signore sempre disponibile a provare il gioco bacato dell'ultimo scassaballe, cioè io, oltre venti anni fa.
    Chiunque può chiamare l'ospite e chiedergli un parere: a volte non è nemmeno necessario giocare (e sarebbe un bene, ti tolgo la battuta). E se trovano un gioco promettente, come 911 di mapa, non si fanno scrupolo di giocarci chiunque sia l'autore. Erano altre le fiere dove gli ospiti li vedevi con il cannocchiale.

    Ovvio che le persone che da più tempo partecipano abbiamo più facilità a relazionarsi, e negli ultimi anni abbiamo fatto attenzione a non emarginare nessuno invitando anche i neofiti ad essere più attivi e farsi sotto, presentando gli editori ad inizi manifestazione e rendendoli riconoscibili.
    Alcuni autori passano davvero molto tempo a provare i giochi altrui. Paolo solo domenica ne avrà provati una dozzina, magoG in veste di giocatore ne ha giocati 30, Chiarvesio è sempre uno dei più attivi e competenti, peccato che da due edizioni non riesca a stare con noi. Ne proviamo spesso ad ogni convention, e non per obbligo. Come loro molti esperti giocatori di GT e altre associazioni ci appoggiano, e li ringraziamo. Io ne avrà provati 4 o 5, sempre su invito, e ho fatto 4 partite da 5 min a due miei giochini. Non lo dico per giustificarci, ci mancherebbe…

    Ci sono anche gli editori, eh sì. Prima nessuno, poi pochi, poi di più, poi di meno, poi dall'estero. Vanno e vengono, a volte senza nemmeno annunciare la presenza (o l'assenza). Da noi trovano delle proposte, che gli servono per lavorare. A loro il compito di scegliere e selezionare, forse pubblicare. E' il loro mestiere, possono farlo bene o male, rischiano loro e il pubblico decide. IDEAG offre la possibilità di incontrarli tutti assieme per 15-25 euro, in Italia. Altrimenti si va in fiera e si gira, come facciamo in molti.
    Non è mica detto che si venga a IDEAG cercando un editore, anzi molti di noi non ne hanno proprio bisogno, credimi. A volte semplicemente si ha un'idea e la si vuole sviluppare, indipendentemente da cosa sarà, solo per il gusto di farla. C'erano 100-120 giochi e solo 3-4 di questi saranno pubblicati, un motivo ci sarà… eccoti uno spunto.

    Con questo post avete fatto il record di commenti, ai quali si unisce questo. Hai scelto un ruolo difficile e stimolante, questa volta non hai brillato come al solito nonostante il ricco materiale a disposizione. Dal "Colpiremo il sistema al cuore" a "Ho visto Stefan flirtare con gli organizzatori"… suvvia! Perché non posti una recensione dei giochi provati su IDG, nel tuo stile? Chiudo con l'augurio di ritrovare la consueta arguzia, che già vedo rifiorire, grazie al sapiente uso dello spargiletame più acido del settore, sul confronto Vinhos/Trajan. Ora mi scanso e non ribatterò' più. Ciao, WO

    PS - Però il decalogo mi ha fatto scassare dal ridere.

    RispondiElimina
  32. Sono citato dal Puzzillo insieme alla mia camicia! *_*
    Questo va condiviso subito!

    RispondiElimina
  33. No, WO, il record di commenti (71) s'è fatto su "BlackPwned!" e la ristretta comunità di wannabeauthors è ben lontana dall'eguagliarlo.

    Chiedo innanzitutto scusa a Fantavir se non leggo il suo pippone ma lo schemino "true\false" fatto secondo il suo punto di vista vale quanto il mio (ma davvero credete a tutte le panzane che vi raccontiamo? pensate veramente che nessuno di noi tre sia mai stato a piossasco, a farsi rampe di scale per provare giochi mediocri e a mangiare sul soppalco del ristorante del mulino?)

    Badate bene, capisco perfettamente che a chiunque si rizzino le orecchie quando il primo Puzzillo che passa copre con la ghiaia della lettiera il proprio lavoro. Ma sapete anche che è quello che facciamo, e ovviamente lo facciamo non come vi sarebbe piaciuto, ma come piace a noi. Se piossasco era un evento che rendeva merito a sé stesso, dall'IdeaG all'open011 ci si aspetterebbe un po' meno cazzoneria, da qui la necessità da parte nostra di sberleffare la comunità degli autori italiani, ancora molto "alla buona", ancora "piossaschiana" (sebbene l'assenza dell'Autore sia stata salutata da molti come un grosso salto di qualità), nonostante i comunicati stampa da evento serio.

    Da parte nostra sarebbe stato quasi criminale sottolineare eventuali lati positivi, non lo facciamo mai e non inizieremo certo per ideag. Se poi ce ne sono, sono i risultati a dirlo, e quelli li possono vedere tutti al di là dei nostri sproloqui, sui forum, nelle scatole, nella perseveranza dei debuttanti, e questo vale sia nel bene che nel male, per ogni cosa su cui puntiamo il nostro faretto marrone.
    Insomma: se l'articolo non è piaciuto a chi ha partecipato, o organizzato ideag, per noi non è che il chiaro segnale che ancora una volta abbiamo fatto il nostro dovere.
    E poi insomma, per leggere report che rendano merito alla vostra bravura, alla bellezza della location, alla ficosità dei prototipi e alla prelibatezza dei pasti della mensa bastano quelli che vi scrivete da soli, no?

    Continuate a scrivere giochi, però, che sennò rimaniamo senza lavoro...

    RispondiElimina
  34. Dato che mi si dice che amo sparare sulla crocerossa ho evitato di aggiungere i miei commenti su IdeaG a quelli del Puzzillo...
    eppoi la nostra missione è far ridere, sfottendo in particolare giochi, autori ed editori celebrati come "capolavori" o comunque di successo... quindi di preciso cosa ci facevamo a Torino questo fine settimana?

    RispondiElimina
  35. :)

    PS: questa è abbastanza corta per poter essere letta

    RispondiElimina
  36. dimenticavo la firma...
    fantavir

    RispondiElimina
  37. Nero 79 - citando il celebre capolavoro "Beverly Holes": "C'è sempre de peggio, basta cerca' a'a discarica de Malagrotta sotto 'na montagna de merda".

    WO - lo so, i commenti sono tanti ed io stesso non ho né voglia né intenzione di leggerli tutti, però tra quelli ne avresti notati un paio che proponevano le tue stesse questioni alle quali abbiamo risposto più o meno così:



    Mr.Black Pawn

    Ma ci siamo resi utili, a modo nostro.
    Provo a spiegarmi. Leggete lentamente, sennò vi perdete dei passaggi.

    Andare in giro, evidenziando difetti e storture dei prototipi, stroncandoli sul nascere e umiliando i debuttanti prima che si spacchino la schiena su progetti inutili, cari Inventori di Giochi e cari playtester, è quello che dovreste fare VOI.
    Noi, come sempre, prendiamo per il culo.

    Quello che state chiedendo a noi del Puzzillo è quello di fare il lavoro sporco al posto vostro. Dato che non avete le palle per dire in faccia a chi vi mostra un prototipo che quel gioco fa schifo, vorreste che qualcuno traducesse in qualcosa di sincero i giri di parole che usate per valutare i giochi degli altri, qualcuno che traslitterasse i vari haiku senza senso di mori nei dovuti "è una merda", "non funziona", "una pozza di vomito gira meglio" o i vari commenti di circostanza in qualcosa di utile, se non allo sviluppo del gioco, alla salvaguardia dei giocatori.

    Ma noi non funzionamo così, dovreste saperlo.
    Il nostro cervello funziona in modo estremamente più semplice di quello di un autore, perché noi siamo solo dei piccoli bastardi.

    E ci siamo semplicemente divertiti a veder ballare gli autori italiani intorno a un sacchetto di caramelle.




    Il Puzzillo

    Quale cattiveria.
    Intendiamoci, so che siete cattivi dentro, altrimenti stareste godendo delle gioie della vita invece che interessarvi di giochi (ampliamento del teorema "le fiche stanno a scopa'"), ma non immaginavo tanta cattiveria, anche da personaggi esemplari come il buon Tinuz, che in una sola frase sentenzia l'infamia dell'intero settore:
    Quindi gli autori non sanno fare gli autori, che portano prototipi inaccettabili.
    Quindi gli editori non sanno fare gli editori, incapaci di selezionare i lavori da produrre.
    Quindi i giocatori non sanno giocare, mancanti della cultura o intelligenza per comprendere valori ed eventuali difetti dei giochi.
    Quindi avrebbe dovuto farlo il Puzzillo? Neanche noi saremmo mai arrivati ad un tale, brutale, livello di offesa diretta.

    Non è questo che facciamo: non ci sostituiamo al lavoro degli altri, ci limitiamo a criticarlo.

    Emerge alla luce di tali note un dubbio: se serve il Puzzillo per stroncare i pessimi prototipi, cos'era ideaG?


    Ciò non toglie che potremmo, in futuro, offrire servizio d'agenzia, ad autori ed editori."

    E no, l'occasione non era ghiotta, era solo una cosa nuova e diversa da vedere. I prototipi, l'andamento generale del pensiero ludico di base, le tendenze del design locale, questi erano interessi meramente personali e culturali (se possibile); l'evento di per sé, i partecipanti, i loro comportamenti, questo era l'interesse del Puzzillo, controllare i pistoni del motore pulsante del genio ludico. E riderne su.
    Noi non siamo cattivi, solo severi, e solo con chi o cosa vale la pena di esserlo, è per questo ad esempio che qui non si trova una recensione di "Barbie reginetta del ballo", ma di "Pilastri della Terra" sì. Non si tratta di ghiotte occasioni perse, ma di scelte.

    fantavir - Buona l'ultima, mi piace e concordo.

    RispondiElimina

Il sistema ci mostra il tuo IP, pensaci quando ti viene in mente di offendere qualcuno o infrangere qualche legge.