Di tutte
le fiere che io abbia mai visitato, di sicuro la più fiorentina, e qui direi
che finiscono le peculiarità della stessa, a meno di non infilare nel calderone
delle stravaganze il grandioso torneo di stress acustico estremo.
C'è da
dire che l'evento ha effettivamente fatto giocare diverse migliaia di persone,
e questo è comunque bello, ma il banditore ad alto volume di un'asta di giochi
brutti (strumento di autofinanziamento che pure a noi del Puzzillo piace moltissimo)
ha purtroppo smorzato tutto il mio entusiasmo frantumando i miei eburnei
testicoli nel disperato tentativo di vendere una copia di Peacebowl, un
incrocio fra la pepsi e un art attack. Dal primo prende l'originalità, dal
secondo i materiali. Ma sto divagando.
Insomma,
mentre il mio caporedattore se ne stava bel bello a fare foto, a scoprire
i tesori nascosti all'interno del suo naso e altre amenità del genere, io sono
andato veder scorrere il sangue degli autori di giochi, che fa sempre piacere,
imbastendo una nuova Sfida Live al solito e inutile fine di
incoronare l’autore più bravo del millennio di quel giorno lì.
Veniamo
alla cronaca dell'evento.
Per
arbitrare la seconda sfida ho scelto Lorenzo Silva (autore di Horse Fever e
altri giochi bruttini della Cranio Creations), continuando la serie degli
arbitri amanti della birra doppio malto. La Sfida si articola in quattro prove,
che vedono fronteggiarsi sei autori, divisi in tre squadre: ogni coppia
riunisce (più o meno) un autore di GDR e uno di giochi in scatola.
Squadra 1 - i Gentiluomini
Formata
da Andrea Chiarvesio e Davide Losito, di cui abbiamo già
parlato nella sfida valdostana, deve il suo nome all'imbattibile mix di
timidezza, correttezza dialettica e paraculaggine dei due componenti. Il motto
della squadra è “scusate se siamo venuti qui.”
Squadra 2 - gli Splendidi
Formata
dal Kevin Sorbo lagunare, Francesco
Nepitello, e da Matteo Cortini,
l'autore grasso di Sine Requie (ma anche di quella monnezza di Build!), deve il
suo nome al fatto che è evidente che i due membri della squadra, dietro la
facciata di disponibilità, se la tirano un casino su tutti i forum italiani. Il
motto della squadra è “...e ringraziate che siamo venuti qui!”
Squadra 3 - gli Schivi
Formata
dall'autore di espansioni di Bang!, Emiliano
Sciarra, e da Leonardo Moretti,
l'autore spento di Sine Requie, il Pier Giorgio Paglia del GDR, quello che
quando lo nomini la gente dice "davvero Sine Requie ha due autori?".
Comunque, il team deve il suo nome al fatto che, davvero, 'sti due non è facile
vederli in giro e se li incontri c'è pure il rischio che non ti salutino
neanche. Il motto della squadra è “ma perchè siamo venuti qui?”
Lo so,
sono autori di seconda mano, ma questo ho trovato in fiera. Se volete Friese,
pagatemi il viaggio a Essen. Ma vedete che mi fate perdere il filo? Diavolo,
che fatica. Allora: la prima prova mira a quantificare la coordinazione
occhio-cervello degli autori, anche se un recente studio dell'università della
terza età su un gruppo di game designers ha ipotizzato che nel caso degli
autori di giochi gli impulsi nervosi che partono dagli occhi finiscono nel
nulla. Di fronte ad alcuni dettagli di alcune copertine, sia di giochi in
scatola che di giochi di ruolo, i partecipanti devono individuare i nomi del
maggior numero possibile di titoli in una manciata di minuti.
Nepitello pestato a sangue, il giorno dopo gli verrà pure la febbre. |
Parte il
tempo, scatta il panico. Sorrisi imbarazzati, qualche bestemmia a mezza bocca,
ma infine gli schivi azzeccano un check su "Sapere Cose Inutili" col
dottor Sciarra, e riescono a fare 5 punti su 9, seguiti a ruota dai
Gentiluomini con 4. Gli splendidi si fermano a 2, e vengono più che giustamente
gonfiati di botte.
La
seconda prova è un quiz: dato che tutti sembrano sapere tutto, ma solo quando è
disponibile Wikipedia, ecco un simpatico "trivia" concepito
appositamente per dimostrare l’abissale ignoranza degli autori italiani. Le
domande che si susseguono sono sui grandi classici: Dungeons & Dragons,
Monopoli, Risiko, e su alcuni giochi italiani. Gli Splendidi qui si riprendono,
e lasciano indietro Schivi e Gentiluomini: proprio Losito e Chiarvesio, da
alcuni cialtroni definiti "autori tecnici", fanno la figura più magra
ricevendo in premio un paio di sprangate in faccia fra le risate degli
avversari.
Un coro di derisione sul duo di ignoranti. |
L’autore
di giochi è una persona particolare, talmente atletico da riuscire a cadere da
fermo. Al mero scopo di ridicolizzare la sua goffaggine ho inserito la prova numero
tre: quella di destrezza. I partecipanti, con pochi minuti a disposizione,
si sono cimentati nella costruzione di una torre di puzzilli neri, omaggio a
Stephen King, il re dell'horror letterario, preso a paragone dei partecipanti,
signori dell'horror autoriale.
Inizia la sfida, in un'esplosione di scoordinazione. |
Al
secondo dodici Cortini, meglio conosciuto come "la custodia di
Moretti" (a sua volta conosciuto come "lo scheletro di
Cortini"), capisce che un semplice movimento di tavolo è sufficiente a
scatenare l'inferno abbattendo tutto e tutti. Si scatena una violenta guerra
all'ultima scorrettezza, che vede infine le squadre sostanzialmente in parità.
Schiaffi a destra e a manca, e si va avanti con l'ultima prova, il mio personalissimo omaggio a Dungeons and Dragons. I partecipanti si scontrano usando dei D20 come trottole. Vince il duello chi fa “durare” di più la propria trottola: 10 punti al primo, 5 al secondo, 0 al terzo. Dato che però sto omaggiando Dungeons and Dragons, devo inserire un qualche elemento che sbilanci tutto. Non avendo a disposizione una scimmia ubriaca da sostituire a Silva (e temendo che nessuno si accorga dello scambio), ho semplicemente lasciato detto all'arbitro di applicare questa regola banale: indipendentemente dalla durata del lancio, chi ottiene un “1” non fa punti, chi ottiene un “20” ottiene comunque 12 punti e colpisce qualsiasi classe armatura.
Losito che, in una posa che ne evidenzia la femminilità, recrimina contro Cortini: "sei un villano!" |
I dadi si
scontrano più volte, ma fra false partenze e recriminazioni la prova viene
annullata a più riprese. Infine, si arriva al lancio decisivo: il dado degli
Schivi rotola malamente ma la divinità protettrici degli autori che si
impegnano poco ci mette una manina santa e fa terminare il dado sul fortunato
"20" fra gli insulti di avversari e pubblico. Il dado degli Splendidi
si ferma, mentre quello dei Gentiluomini continua a girare, grazie al lancio da
giocatore navigato di Losito. Ma è destino che l'autore di quel gioco con la E
che non conosce nessuno (e che io non ripeterò al fine di evitarne la
sciagurata diffusione) faccia brutte figure: il dado termina la sua corsa su un
impietoso 1. Losito trascina anche Chiarvesio nel fango della sconfitta e
subisce il lancio di sassi e lingotti di piombo da parte del pubblico.
Losito ne esce sempre benissimo. |
Vincono
dunque gli Schivi, che nel giubilo generale...
Ehi,
ma!... ma cosa succede! Non è ancora finita?
Mmm-mmh, colpo di scena, amici
sportivi! I due
membri della squadra vincitrice si affrontano in una sfida all’ultimo sangue,
anzi, all'ultimo insulto: Double Dragon incontra Monkey Island. Mentre
l’arbitro legge una serie di lettere, i due sfidanti si insultano usando offese
che inizino con quella lettera.
Una
versione mini di Sid Vicious viene selezionata fra gli astanti per fungere da
segnapunti, e la gara di anatemi comincia: i colpi si susseguono senza tregua, alternando
offese inutilmente complicate a vere e proprie perle di fantasia, che però non
vi diciamo per premiare almeno un po' quei quattro gatti che hanno seguito
l'evento live dall'inizio alla fine.
la sfida a suon d'insulti. |
Leonardo
Moretti, vispo come un bradipo che ha subito una lobotomia, si fa infine
fregare da Sciarra, che gli vomita addosso una serie di offese alla stessa
velocità con cui sforna espansioni per Bang!, mandandolo definitivamente al
tappeto.
Concludiamo l'esperienza fiorentina, di cui vi ha già raccontato il Puzzillo, con la consueta foto di gruppo.
I partecipanti e l'arbitro. Manca uno dei concorrenti, ma nessuno se n'è accorto.
|
Le foto
le ho rubate su facebook, il pezzo è finito, non mi resta che concludere
con una frase a effetto che però non mi viene, facciamo che ve la
dico la prossima volta, voi ricordatemelo nel caso, poiché anche, ma
sennò enlarge your penis, che fa sempre audience.
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