lunedì 4 febbraio 2013

Among the Stars - per astra ad aspera

Bianca Canal e il suo stile Humareen.
(naaa qualsiasi cosa sarebbe meglio di "Humareen", soprattutto Bianca)
Per fortuna noi abbiamo Bianca.

Titolo: Among the Stars
Anno: 2012
Autore: Vangelis Bagiartakis
Editore: Artipia Games, Giochix.it
Tipo: gioco di carte
Genere: card drafting, indiegogo
Tema: sci-fi
Meccanica: giramento di carte, piazzamento tessere
Giocatori: 2-4
Durata: 30'-60'
Difficoltà: 2/5
Dipendenza dalla lingua: serve, serve.
Illustratori: A. Papantoniou, O. Stamoglou
Gallery

[il Puzzillo]

"Ogni turno ciascun giocatore sceglie una carta dalla sua mano e la pone coperta di fronte a sé. Dopo che tutti l'abbiano fatto, e abbiano passato le rimanenti carte al giocatore accanto a loro (a destra o sinistra a seconda del round), simultaneamente si rivelano le carte selezionate e viene scelta l'azione da compiere:
- costruire la struttura
- costruire al suo posto una struttura base
- scartare la struttura e guadagnare 3 danari

Le strutture sono divise per colori: giallo per quelle economiche, rosso per quelle militari, [...]"

Ragazzi, diciamocelo chiaramente, questa è la miglior cosa che si potesse chiedere ad un prodotto da Kickstarter Indiegogo: una copia spudorata.

Il gioco ha vissuto un periodo di grandissimo successo, raccogliendo consensi e numerosi premi in tutto il mondo. 
Così hanno deciso di fare Among the Stars.


Quest'opera, di un autore con il nome per metà serie fantascientifica e per metà MVP dell'NBA, rompe i legami con la tradizione dei prodotti derivanti da "autoproduzione finanziata", essendo il primo che rinuncia a riempire la scatola con l'intero campionario della scala Bristol.
Ciò vale almeno per la versione già edita importata da Giochix, in effetti ho qualche dubbio che la prima stampa, giunta direttamente da Indiegogo agli eiaculatori ludici più precoci del web, fosse della medesima qualità. Ma chissà, magari sì, allora si potrebbe iniziare a credere in questi progetti.
Non è vero.

Quando si tenta di copiare sfacciatamente migliorare un prodotto di successo, fondamentale è comprendere quali ne siano gli elementi di successo e quali le debolezze, così da poter lavorare su di esse ed offrire al mercato un titolo che, a parità di meccaniche, abbia un'attrattiva tale da poter essere preferito al predecessore.
Basti vedere Thunderstone, Nightfall e quant'altri deckbuilding game abbiano saputo fare meglio del capostipite Dominion.
Lol.

In questo senso Vangelis e l'Artipia Games non sono secondi a nessuno, e per cominciare alla grande hanno deciso che il sovradimensionamento della scatola fosse fondamentale, pur avendo, rispetto a 7 Wonder, carte più piccole, nessuna plancia per i giocatori e nessuna sagoma dispenser; aumentando così il rapporto costo/vuoto. Comunque, se non sapete dove mettere le deleterie espansioni di 7 Wonders, la scatola di Among the Stars è un buon, abbondante, posto.
Altro elemento di successo, quindi irrinunciabile secondo Vangelis, è la dimensione alternativa stronza delle carte. Invece che più grandi però l'Artipia decide di tagliarle piccole. E quadrate.
Ora, le cose sono tre, o l'azienda è in affari con una produttrice di bustine su misura, o sono coscienti che il gioco non può essere giocato tanto da veder consumate le carte o, secondo l'ipotesi più accreditata, hanno fatto le cose col culo perché almeno sembrassero fighe. Ossia differenti dall'originale.
Missione compiuta.

Come avrete capito, e se non l'avete capito non lo voglio sapere, Among the Stars gira come 7 Wonders, arricchito da una serie di elementi di cui nessuno sentiva il bisogno, come l'importanza del posizionamento delle carte giocate, l'accumulo di punti durante le fasi di gioco, e un'altra manciata di fesserie come gli obiettivi e la modalità di gioco "aggressiva" (in realtà mutazione di elementi già presenti nell'originale).
D'altra parte si è anche pensato di semplificarlo, riducendo a due le risorse (o meglio una e mezza, considerando che, a dispetto dei crediti, l'energia una può essere completamente ignorata), rimuovendo completamente la progressione (le carte dei quattro round vengono pescate dallo stesso mazzo) e rinunciando alla già blanda parte di conflitto diretto, trasformata in una regola opzionale che, applicata, non fa altro che forzare i giocatori ad appiattire le proprie scelte.

Quello che colpisce inveve di Among the Stars è la sua capacità di essere fastidioso, là dove 7 Wonders invece ha trovato per qualche verso il modo di apparire intuitivo infatti il lavoro di Vangelis si presenta ostico oltre quanto il target di un gioco così banale possa sopportare. 
Si parte con il famigerato setup "dividi e mischia di nuovo", con una serie di "separa i mazzetti di carte diverse, che distingui per una piccola icona molto simile alle altre in uno degli angoli dei box in esse disegnate. Poi conta e rimuovi quelle che non servono. Poi prendi le rimanenti e mischiale. A meno che tu non stia giocando la versione aggressiva, Allora prendi un tot di quelle carte, che riconosci perché hanno gli altri simboli ma non quello di riconoscimento, e mischiale nel mazzo precedentemente creato. Le carte obiettivo invece, se stai giocando la variante per esperti con le carte obiettivo, sono sì senza icona di riconoscimento come quelle aggressione, ma le riconosci perché vanno contate in numero diverso e mischiate a parte."
Come fosse Antani.

Intendiamoci, nessun gioco dovrebbe essere privo di elementi di ragionamento, è solo che questi dovrebbero essere nel gioco, non nel setup, altrimenti stampiamo un bel puzzle e tutti a casa no? Se ne vendono anche di più, dico io.

Essendo poi il gioco "scegli e cala", da qualche parte (oltre al setup) deve pur complicarsi. Risorse diverse non ce ne sono, quindi la scelta ricade sugli effetti delle carte che, a dispetto dei colori in cui sono divise, trovano differenza in una serie di piccoli elementi (e quando dico piccoli lo intendo in senso letterale) come il numero massimo di copie che si possono tenere, il numero massimo di punti che si possono ottenere con i sui bonus, le regole di piazzamento, il fatto che diano punti subito o a fine partita... e tutta quella serie di cose che nella piccolezza rapidità del gioco possono sfuggire.
Come ovviare ad eventuali errori?
Semplice, a fine round ogni giocatore controlla le carte piazzate da gli altri, e se trova qualche errore toglie la carta mal messa e i punti relativi, se si possono calcolare, altrimenti perde i punti indicati sulla carta più 3, così, a muzzo. Ma se ciò rendesse altre carte giocate non più regolarmente disposte? Eh già, perché non bastava che sconvolgesse i conteggi, può anche darsi che scombini tutto lo schieramento. Allora è semplice, prendi una carta neutra, la poni capovolta al posto di quella tolta e la conti come spazio occupato ma non come una costruzione ai fini  del conteggio bla bla bla...

Dopo la caccia alle carte del setup già c'avevo i nervi, ma 'ste cazzate michiate puttanate soluzioni per aggiustare un gioco là dove si rompa, sono semplicemente stucchevoli, e per la voglia che ha uno di giocare cinque minuti controllando il gioco degli altri per quindici, e per il risultato a dir poco grossolano che se ne ha.

Sullo steso stile, e come è ormai di moda, la gestione del numero di giocatori: da due a quattro. Con ritocchi al setup per tre e regole ridicole per due, di quelle in grado di sgretolare il significato della parola dignità e allontanarlo dall'intelligenza umana come si allontana la diarrea tirando lo sciacquone.

Comunque, tornando alle differenze, alla fine dei 4 (e non 3) round di gioco, chi abbia l'astronavina più avanti  sulla ingiustificabilmente esagonata track dei punti è il vincitore. Contando le locazioni costruite, i crediti residui (un punto ogni tre, pensa un po') e gli eventuali obiettivi realizzati. Sempre ammesso che stiate giocando la versione avanzata, in cui gli obiettivi sono presenti come gli effetti speciali delle razze dei giocatori, razze i cui nomi potrebbero essere legalmente rilevanti al momento in cui gli autori venissero diseredati, o semplicemente pestati.

Vi lasciamo così con questo ricordo:
Garrn'Athak'Nok
Humareen
Sisssaurians
...






4 commenti:

  1. Intanto in giro ho letto già un paio di "E' come 7 Wonders, ma è meglio".

    Ce lo meritiamo.

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  2. Ragazzi questa è solo la punta dell'iceberg del crowdfunding...

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    Risposte
    1. Vero! Io intanto mi son preso 8 Minutes Empires.

      Cosa può andare storto?

      Elimina

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