mercoledì 14 dicembre 2011

Caro Babbo Natale...

di Mr. Black Pawn



...quest'anno non è che io sia stato poi così buono, ma ci sei abituato, mi conosci: la prima volta che sei venuto a trovarmi avevo messo nel camino il puntale dell'albero.


Comunque, lo ammetto, nel 2011 sono stato particolarmente cattivo. Ho parlato male di giochi, autori, editori, autoproduttori, giocatori, illustratori, forum e blog.
Non è colpa mia, è che frequento brutta gente.

Allora sai che faccio? Per farmi perdonare consiglierò ai miei piccoli lettori che cosa comprare per Natale.
E come base per i miei consigli prenderò la classifica Fairplay di Essen! Così vado sul sicuro, partendo da una base di indubbia qualità.
Però: non credevo sarei riuscito a scrivere l'ultima frase senza ridere, e invece ce l'ho fatta, sono traguardi importanti.
Comunque: se pensate di comprare uno dei 10 giochi in testa alla Fairplay 2011, leggete l'articolo, perché contiene quello che secondo me dovete comprare anziché prendere quello che avete in mente.

E cominciamo dalla posizione numero 10: Coney Island!
Il nuovo giochino di Michael "Recyceln" Schacht è così astratto che al confronto la dama sembra Mansions of Madness. Scelte strategiche prossime allo zero per un piazzamento tessere freddo e monotono.
E dunque, se dovete ripetere la stessa azione allo spasmo annoiandovi fino a slogarvi la mandibola a suon di sbadigli, ecco quello che vi propongo come alternativa: un utilissimo spaccauova elettrico!



Insomma, il risultato è simile ma almeno a rompersi è qualcosa di meno prezioso dei vostri testicoli. Ci sarebbe da sindacare sull'effettiva utilità del presente alternativo, ma vi assicuro che si rivelerà comunque più funzionale di Coney Island, anche solo ai fini del vostro divertimento personale.


Altro giro, altro regalo: veniamo al blasonatissimo Santiago de Cuba della Eggertspiel, che tante gioie ci ha già regalato (A Castle for All Seasons, Guatemala Cafè, Grand Cru e Sherwood Forest, tanto per citare i più amati). Una versione demo di Cuba, tanto per riciclare che fa tanto bene all'ambiente, ma più in piccolo, tanto che essendo un eurogame lo potevano anche chiamare "Cubetto". 

Molto lineare, pure troppo: "o fai questo, oppure paga per fare quest'altro". 
Dopo dieci minuti ti stai già scaccolando, trovando la cosa meno igenica ma comunque più appagante della partita.
E se dobbiamo farlo, allora facciamolo bene: coi soldi risparmiati lasciando Santiago de Cuba sullo scaffale compriamoci un taglia-peli-del-naso elettrico, forma anatomica e soddisfazione assicurata: un regalo per chi è entrato letteralmente nella nuova era digitale.
Batterie non incluse.

Passiamo all'ottava posizione: Rapa Nui, attesissimo nuovo titolo di Klaus-Jürgen Wrede, sì, quello di Carcassonne, che il Signore (del Male) ce ne scampi e liberi.
Giochino di carte e cazzilli di pochissime pretese, cagato davvero poco sia dagli appassionati che dagli occasionali, forse perché oggettivamente bruttino e originale come il Bang! cinese.

E allora, se volete divertirvi con qualcosa di già visto, prendetevi un Pro Thumb Wrestling Ring: economico, rigiocabile all'infinito, e decisamente più dipendente dalla vostra abilità del nuovo gioco di Wrede. Certo, non è il massimo dell'originalità, ma questo non è certo un problema!
Speriamo che il buon Klaus torni presto a fare altre, nuove, inoffensive espansioni di Carcassonne.

Settima posizione per un gioco di Rosemberg che riprende la rondella di Imperial per clonare Le Havre. Un incubo? No: parliamo di Ora Et Labora, titolo esortativo attesissimo carico di promesse, che si pone come nuova pietra miliare fra i giochi di gestione della noia. Materiali molto gradevoli per un Worker Placement (sì, lo stesso di Agricola e di Le Havre), illustrato da Klemens Franz (sì, lo stesso di Agricola e di Le Havre). 
Uwe ormai è uno sfaticato: rendetegli pariglia comprando, al posto del suo ultimo gioco, un utile panca campagnola per pigri, semplice anche da spostare (e bella da vedersi quasi quanto le illustrazioni di Klemens Franz che, mi ero dimenticato di dirvelo, è anche lo stesso di Automobile, e questa non è una nota di merito).

In sesta posizione abbiamo un gioco estremamente puntuale, non tanto nelle meccaniche quanto nell'orario: Helvetia di Mattias Cramer, detto anche "il Kramer dei poveri". Il gioco si accoda alla più che nutrita schiera dei giochi di piazzamento omini, che sinceramente inizia anche ad aver rotto le balle. Davvero volete un altro gestionale con omini, dischetti, cubetti? 

Parliamo di Svizzera? Banche! Soldi! Altro che cubetti!
E allora se vogliamo regalare un po' di Svizzera ecco a voi il sapone coi soldi dentro, utilissimo per invogliare a lavarsi i vostri amici più fetenti, e per farli essere puliti come la Svizzera, ma anche ricchi come la Svizzera!

L'importante è che i soldi nella saponetta non vengano usati per comprare il gioco alla posizione numero 5: Hawaii!

Il gioco è un "raccatta tessere" innovativo come una scheda telefonica e  caratterizzato dal setup troppo lungo e dal fatto di avere lo stesso hype dell'ultimo disco dei Neri per Caso.
Ovviamente il tema non si sente per nulla, ma questo vale per quasi tutti i titoli in lista, anche quelli che seguiranno.
Se proprio volete gustarvi l'atmosfera di un'isola paradisiaca, regalatevi un comodo porta banana (una sola, che c'è crisi), per avere sempre con voi il flavour esotico che manca a questo titolo ambientato nell'arcipelago più famoso dell'oceano pacifico.
Se volete usare l'oggetto in modi diversi, fatemi il favore di non dirmelo.

Il podio si avvicina, e al quarto posto troviamo Power Grid: The First Sparks, l'ennesima esplosione di originalità del 2011.
L'ultimo gioco di Friese (da non confondersi con l'altro ultimo gioco, Friday, l'alternativa pudica alla masturbazione) è un gioco che re-implementa i principi di Power Grid togliendo però all'impianto originalità, spessore e rigiocabilità, e aumentandone i difetti (o aggiungendone di nuovi).

Se proprio volete godervi l'età della pietra, ma senza farvi così male, provate degli utilissimi sassi di feltro, che costano meno di PG:tFS, ma sono più divertenti da guardare e verranno salutati dai vostri amici con frizzi e lazzi piuttosto che con un coro di "che palle".
Inoltre, tirarseli addosso è spassoso e divertente, mentre se vi arriva un pippolo del gioco di Friese in un occhio la corsa al pronto soccorso è assicurata.

Ed eccoci al terzo posto, conquistato dal nuovissimo Glory to Rome, gioco di carte del 2005, su cui credo sia già stato detto tutto il dicibile (e anche l'indicibile, se si pensa alla prima veste grafica). Il gioco è tornato alla ribalta grazie alla recentissima edizione tedesca, che ha peraltro migliorato di molto il comparto grafico, in un tentativo simile a quello dell'editore italiano, ma decisamente meglio riuscito.

Parlando di "nuovo che incontra il vecchio", però, mi permetto di consigliarvi  come alternativa una comodissima cornetta per cellulari, per riscoprire davvero il flavour dei bei tempi andati, quando si chiamava la fidanzatina dal telefono nero di nonno Atrosio, che poi ci scopriva e sfabbricava di legnate con un durissimo bastone di cedro.

Seconda posizione per un gioco di cui avrò modo di parlare in seguito: Trajan, zompato in testa alle classifiche nonostante il tema del tutto farlocco, il meccanismo controintuitivo, le mille variabili incalcolabili e il setup eterno; il tutto condito da un'interazione blanda ma abbastanza diretta da rompere le balle.
Applausone all'ennesimo gioco hype di Feld, che ormai viene osannato qualsiasi minchiata faccia: perchè a me il riciclare il sistema del mancala in un gioco sui romani fa venire in mente tanti aggettivi, ma di sicuro non "geniale".

Se proprio volete portarvi un imperatore romano in giro per la città, allora almeno fate che sia utile: regalatevi il comodo vespasiano portatile, per dare dignità anche alla pisciata furtiva.
Come bonus, sappiate che nel caso del Vespasiano l'ambientazione calza molto meglio che in Traiano.

E siamo in vetta! Trattenete il respiro (i vespasiani ammorbano ancora l'aria) e salutate il vincitore: Tournay!
Ebbene sì, per chiudere in bellezza una classifica che premia innanzi tutto l'originalità, ecco a voi la gradevolissima - soprattutto a vedersi - versione alternativa di Troyes, quella con più carte e meno cacao.
Carte! Omini! Una ventata di nuovo che spazza via sia gli omini di Trajan che le carte di Glory to Rome.
Per avere Tourney, prendete Troyes e mescolatelo, ma mescolatelo male, mixando sapientemente l'innovativa idea di costruire edifici e di amministrare degli omini con il geniale twist delle carte che vanno in combo.

Ma ormai ho capito, voi non volete oggetti a caso, volete davvero un gioco da tavolo!
Folli! Ebbene, visto che continuate a chiedermi almeno un titolo che mi piace, vi accontento: io per Natale agli amici regalo Titty Grab:


Perché se l'occhio vuole la sua parte, anche la mano non scherza.

Bene, cosi, io il mio l'ho fatto, ci vediamo nel 2012 che io nel frattempo vado in ferie, a giocare un po'.
Ai giochi che mi piacciono.
E che no, non vi dirò mai quali sono.

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