lunedì 19 dicembre 2011

Eaten by Zombies! - lasciatevi una pallottola


Anno: 2011
Autore: Max Holliday
Editore: Mayday Games (ing)
Tipo: gioco di carte
Genere: deck(de)building
Tema: troppi zombie
Meccanica: compra le carte
Numero Giocatori: 2-4
Durata: 30' - 40'
Difficoltà: 3/5
Dipendenza dalla lingua: notevole (carte).
Illustratore: Max "doppia paga" Holliday, John Huerta




Una volta tanto possiamo dire che l'ambientazione è aderente, stretta come i miei boxer di quando andavo alle elementari.
Ovviamente lo stesso possiamo dire dell'esperienza di gioco.

In questa appendice asportata di Dominion, gettata lì come nella vaschetta del chirurgo, i giocatori tentano di sopravvivere il più possibile a un'apocalisse zombie così classica da aver soppiantato le declinazioni di rosa.
Nel più classico stile della meccanica "compra carte", i giocatori partono con il loro misero mazzetto di carte tristi come chiunque dopo aver visto Natale Ovunque, e con quello cercano di sconfiggere o fuggire gli zombie che di turno in turno si trovano ad affrontare. Come decidere? Semplice: con la strategia della pioggia, ossia con la medesima strategia che si adotta nel decidere se far piovere o meno. A meno che non siate dei bari provetti con le carte, al che ve la potreste cavare un pelino meglio.

Ma torniamo all'avvincente compra carte, dopo essere riusciti a infilare qualche inutile carta zombie nel vostro mazzetto sconfiggendola (chi non si porterebbe un cadavere di cadavere dopo averlo abbattuto? Anche solo per fare i fighi al bar), è possibile comprare qualcosa dal tavolo per un totale di punti pari alle carte giocate (più o meno i bonus). Novità (un po' il caviale dei giochi del 2011): le carte comprate finiscono nella mano del giocatore invece che tra gli scarti, con risvolti tattici da far tremare un malato di Parkinson.
Lo stesso è possibile se il giocatore riesce a fuggire l'orda che lo assale, con la differenza che gli rimane necessario scartare una quantità di carte data dal valore degli zombie stessi, assottigliando così il proprio già misero mazzo.

Il gioco viaggia sul filo di una lama, bendato, saltellando. Un turno andato male può concludere di fatto la partita di un giocatore,  l'esponenzialità con cui cresce l'impatto dell'orda non è ovviamente corrisposta da uno sviluppo dei personaggi, che invece vedono i propri mazzi assottigliarsi, generalmente incontrando la giusta fine nel giro di pochi round. Pochi in termini di possibilità, meno in termini di tempo. E' sorprendente come un gioco, per quanto semplice, poco originale, banale e non particolarmente ricco riesca a far agonizzare tanto a lungo i giocatori.
Nonostante l'eliminazione di uno sia il preludio alla festa per tutti (l'approssimarsi della fine di una partita vale come la vigilia di natale per un bambino), al giocatore sconfitto non viene permesso di allontanarsi con gaudio dal tavolo, bensì viene insignito del ruolo di giocatore zombie, con la possibilità di stringere sull'eliminazione degli altri giocatori (in buona sostanza truccando la partita, aggiungendo zombie a questo o proprio a questo giocatore).
Perché vinca una delle due fazioni (umani o zombie) servono più combinazioni che per aprire Fort Knox, da una parte la fine del mazzo zombie, ossia che i giocatori ammazzino tutto quel che si muova, sbavi e faccia versi incomprensibili, dall'altra che i giocatori impazziscano, ossia che uno di essi peschi un'intera mano di carte zombie dal proprio mazzo, e che quindi abbia ammazzato quasi tutto quel che si muova, sbavi e faccia versi incomprensibili.

A dirla tutta, dopo aver cercato di arrabattarsi giocando carte senza scelta e con poco senso, tra i sopravvissuti quello con più carte nel mazzo (rid.: quello con più mazzo) risulta vincente, sebbene non possa poi vantarsene senza dover ammettere di aver giocato, il che ne annichilisce l'intero valore.
Perlopiù però il vincitore rimane l'ultimo ad essere eliminato o, con più veridicità, l'ultimo a rimanere seduto al tavolo.

Come se questo potesse essere di un qualche interesse o di una qualche reale influenza, è possibile generare diversi set up per le carte acquistabili, potremmo esplorare le diverse combinazioni, ma preferiamo rimandarvi ad un link di You Porn, e lo preferite anche voi.

La grafica è sapientemente ininfluente, con un che di ironico da far ridere come e quanto un pezzo del White Bishop. Aggiungendo a questo... nulla, abbiamo esattamente la cifra estetica del gioco.

In sintesi è possibile giocare Eaten by Zombies e divertirsi.
Non contemporaneamente.


PRO - scatola piccola quanto gradevole, zombie.

CONTRO - confusionario nella parte solitaria quanto nella vaga interattività, soddisfacente come una carie, divertente come una zucca.


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