lunedì 3 ottobre 2011

Horse Fever – un cavallo di donnina allegra


Titolo: Horse Fever
Anno: 2009
Autore: Lorenzo Silva
            Lorenzo Tucci Sorrentino

Editore:  Cranio Creations (ita)
Tipo: gioco da tavolo
Genere: scommesse
Tema: corse di cavalli
Meccanica:  aste, scommesse, bluff, poteri variabili
Numero Giocatori: 2-5
Durata:  75-120
Difficoltà: 3/5
Dipendenza dalla lingua: nulla  
Illustratore:  Giulia Ghigini

  
Tema originale (come Agricola), una scommessa di scommesse, ma ben calzante.
Una scommessa, un gioco da tavolo a tema sportivo, già fatta e già persa da altri, viene rielaborata in chiave umoristica e riproposta in un contesto vagamente più moderno. Questo è Horse Fever.
Un gioco che, come Agricola, porta in tavola un tema inconsueto ma che a differenza di quello tende a farlo calzare meglio di “un guanto ad un piede caprino” (cit.).

Il primo elemento a colpire, come un calcio nel sedere, è l’aspetto grafico “retrò” dato al gioco; anch’esso coperto da un velo umoristico, quasi nel modo in cui si tende a spiegare un barzelletta a chi non ha riso. Ma è giustificabile, chi non avrebbe pensato che giocatori potevano non essere pronti per tanto divertimento in un gioco da tavolo?
Pochi, considerando la conoscenza delle grafiche interne al gioco, chi non avesse ad esempio già visto le icone utilizzate per evitare l’uso del testo scritto; digeribili come cotica di cinghiale ma buone per comprare il gioco tranquillamente anche in Germania.

Horse Fever, per quanto farraginoso nelle prime fasi, riesce a districarsi con una doppia finta e arrivare a meta proprio nella parte finale, quando i dubbi del “perché ho fatto cosa” si dissolvono in un voltare carte e veder filare cavalli più o meno abili. L’effetto da sala corse è riprodotto meglio che in Febbre da cavallo (mmm), la durata all’incirca.
Dopo aver effettuato la prima corsa quindi l’entusiasmo porta i giocatori a sbrigare rapidamente le pratiche delle altre fasi del turno: aste per comprare e vendere un punto vittoria, doppio giro di acquisti e doppio giro di scommesse, per assistere il prima possibile alla nuova corsa. Nel fare ciò però intimamente ogni giocatore inizia chiedersi “mamma, perché mangiare tutta questa minestra prima di potermi gettare sul gelato?”.
La composizione in fasi del gioco è armonica come Jeeg Robot, pezzi montati quasi apposta per essere smontati che si ha sempre paura possano staccarsi da un momento all’altro. Tanto che nel regolamento (scritto talmente a prova d’imbecille che la Gelmini pare averlo capito senza stanziare 45 milioni di euro) sono inserite altre due modalità di gioco: la prima senza la fase asta e quella d’acquisto, la seconda senza null’altro che corse e scommesse.
L’importante è che rimanga almeno la testa.

In tutto questo, a colpire, è un meccanismo che, per quanto d’improbabile eventualità, si presenta nel gioco con la modernità di una ruota di pietra: l’eliminazione permanente di un giocatore dalla partita. Certo accade se scommettete come scommise Bush sulla guerra lampo, ma può comunque accadere; potreste cavarvela con un prestito dagli strozzini, ma sarebbe quasi certamente infilarsi in un’agonia da puntare i resti sull’eutanasia vincente.
Ad aiutarvi nel tentativo di affossare le vostre finanze o comunque di gettarle al vento sperando che il vento ve le restituisca con gli interessi, c’è un set di carte bilanciate come il confronto tra Giuliano Ferrara e Enzo Biagi: dai cavalli speciali ai trucchi per le gare, dagli aiutanti con i loro bonus agli obiettivi finali, la botta di fattore C è fondamentale come durante le corse stesse.

Arricchiti di tanta esperienza, e di una serie di piccole banconote che vi faranno preferire una montagna di bronzini, saprete che se un gioco può essere divertente può anche evidenziare il tedio che lo circonda, l’acquisto è quindi una scommessa per la quale dovete vedervela solo con la vostra… è arrivato è arrivato!


PRO – votato al divertimento scalcia come un somaro, originale come andare in giro con due scarpe diverse.
CONTRO – agile come un cavallo meccanico un po’ appesantito da ingranaggi massicci, la componentistica risulta efficace come uno stuzzicadenti per il piercing.

NOTE – Nella confezione originale è presente una “colonna sonora” di ben sette tracce che ho dovuto riascoltare per poterne lasciare un commento. Fortunatamente, non essendo un critico musicale, posso permettermi di andare a disinfettare questi tagli sui polsi prima che mi causino dei guai, e ciò senza inficiare il giudizio che avrete di questi brani così… noir. Attenzione inoltr perché sono contrari alla sua riproduzione in pubblico la SIAE e i Giovani Cristiani Pro Vitae.
E’ in uscita, proprio in questi giorni (la si troverà presumibilmente ad Essen 2011) la nuova edizione del gioco, arricchita non solo di una confezione da serata di gala, ma di alcuni miglioramenti tecnici come le carte personaggio, gli aiutanti e le miniature dei cavallucci. Roba raffinata, a far paio con la colonna sonora, forse meno con i giocatori.

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