lunedì 24 ottobre 2011

Essen 2011 - Occhi da disintossicare, una fiera da raccontarsi

Le facce dei visitatori italiani ritornati da questa Spiel 2011 rivelano una fatica che nemmeno una matriosca dopo aver partorito tutte le figlie.
Primo indiziato per questo stato comune... nessuno. Ed è qui che sorge uno degli aspetti più evidenti di quest'anno: la mancanza di un ristretto gruppo di titoli di punta, se non di un vero e proprio Market Killer, ha fatto girare i giocatori come trottole per tutti i padiglioni senza punti di riferimento con espressioni così interrogative da poter girare un episodio del Dottor Who.
L'effetto più divertente di ciò sono stati i briefing di fine fiera: un confronto tra visitatori di eventi completamente differenti, talvolta con appena uno o due titoli di contatto infilati tra i racconti. Ad oggi non saprei dire se un valore o un difetto di questa fiera, anche perché non è uscito in effetti fino alla fine il vero successo (sebbene ci sia qualche prodotto che potrà averne, indipendentemente dal valore a nostro giudizio); vedremo nei prossimi mesi, al momento il risultato certo è il massacro degli avventori.
Riferimento certo per tutti: le crepes al kinder cioccolato.

Altro elemento distintivo in fiera per questo 2011 è stato il livello sbalorditivo dell'aspetto grafico della maggioranza di giochi presentati, ma per meglio intenderci diremo imbarazzante. La scelta talvolta minimalista, talvolta essenziale, talvolta kitsch, ma sempre avvilente della grafica di molti giochi ne ha probabilmente stroncato ogni futuro sul mercato; certamente l'ha fatto con gli occhi atterriti dei giocatori che ogni tanto, per coraggio ludico o per stanchezza si sono seduti a quegli antiestetici tavoli, e altrettanto l'ha fatto con con quella maggioranza che ne sono stati repulsi rimbalzando come palline nel flipper dei padiglioni pieni di ogni varietà.

Varietà e novità, nel sottobosco emerso dalla carenza di baobab ludici infatti si sono trovati una quantità di più o meno piccoli più o meno nuovi editori generalmente divorati dai latifondisti del terreno ludico come Heidelberger e Queen, ancora signori della fiera per impatto sul mercato. La differenza nel 2011 sta nei rapidi sold out di molti prodotti poco titolati, ma anche lì la disperazione potrebbe averla fatta da padrona, quindi valuteremo nei prossimi mesi.

Sembra sia andata benino poi agli editori italiani, che abbiamo trovato ricchi d'entusiasmo e, eccezion fatta per i maggiori, di decenti novità, ma di loro e con loro parleremo con calma a Lucca, quando ci racconteranno con il loro solito piagnisteo, tra un singhiozzo e l'altro, la loro esperienza Esseniana.


2 commenti:

  1. Magari non c'è stato nessun giocone, ma quando c'è Kevin Sorbo, tutto è amore.

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  2. Kevin è stato l'unico in grado di scaldare il cuore degli astanti. Più di quanto non abbia fatto chiunque altro, mentre aspettiamo che faccia giustizia dei giochi brutti, liberando i nostri tavoli dalle scorrerie dei vari Mac Robber e Sidi Baba.

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