martedì 11 giugno 2013

Eight Minutes Empire - col cacchio

Miki dopo una sessione di gioco.
Abbiamo dovuto legarla per impedirle di cavarsi gli occhi.
Titolo: Eight Minutes Empire
Anno: 2013
Autore: Ryan Laukat
Editore: 999 Games, Red Raven Games
Tipo: gioco da tavolo
Genere: maggioranze
Tema: maggioranze
Meccanica: maggioranze, compra le carte, scala 40
Giocatori: 2-5
Durata: 8' LOL 
Difficoltà: 1/5
Dipendenza dalla lingua: quasi nulla. Dove il quasi è stato piazzato lì dall'inettitudine dell'autore/editore.
Illustratori: Ryan Laukat (trivia: che succede quando un illustratore è anche autore? oh cacchio, un deja vù).
Gallery

[Il Puzzillo]

Ormai non è più un mercato, è una guerra. Siamo noi contro loro. Per questo abbiamo formato una squadra di disperati pronti ad intercettare ogni mostruosità che continui a venir fuori dal buco nero di Kickstarter.

L'avanguardia della squadra, un Occhio di Falco dalla faretra infinita, questa volta ha catturato un esemplare "di rara eleganza", raro come un fenicottero con zampe di porco al posto delle ali ed elegante altrettanto.

La nostra Vedova Nera invece ne ha carpito i segreti e ne ha rivelato la natura:
- E' come Rattus, ma senza niente.





Siamo alle solite, il mostro pare essere una formazione spontanea dovuta alla caduta di un neurone nel buco lasciato dal gene mancante della dignità.
In molti individuano nella semplicità un elemento di raffinatezza, ma per quanto possano insistere non credo che riuscirò mai a trovare una palla di sterco "raffinata".

Eight Minutes Empire più che un gioco è una menzogna, a partire dal titolo, che offre speranza come solo Wanna Marchi ai tempi d'oro (per lei). Al meglio una partita può durare otto minuti a giocatore, ma non è improbabile che l'unica, l'unica, scelta del giocatore possa fermare il gioco abbastanza da chiedersi "quanto ci vuole perché un corpo umano combustioni completamente?", cercarlo su google, rinunciare per colpa dei risultati, ripensarci e provarci.

Pensare che ciò venga da un gioco ricco di banalità più che di divertimento toglie fiducia nell'umanità, in particolar modo nell'umanità che illustra i propri giochi. Diamine, è come scegliere di essere il negro in un film horror.

Per fortuna nella sua pochezza EME mostra una grafica minimalista con un layout che va dall'inutile al deleterio, spaziando tra il tedioso e il proprio brutto. Come fa Laukat a racchiudere tutto questo in un gioco che ha solo una plancia e un mazzo di carte? Maestro.

La plancia intanto mostra due sole cose: le regioni e una track per il costo delle carte a display. Bene. Le regioni sono troppo piccole per contenere i cubetti e la track (a dire il vero tutta la plancia) è troppo piccola per accompagnare le carte stesse.

Le carte dal canto loro mostrano tre cose: l'azione che consentono, il simbolo per il set collection e il sistema di punteggio per lo stesso. Bene. L'azione è posta in fondo alla carta, come ne fosse un'aspetto secondario, in testa il simbolo è l'unica cosa colorata del gioco, come fosse l'unica cosa che valga la pena osservare, mentre il sistema di punteggio al centro (pure) è semplicemente strutturato intuitivamente al contrario, generando un party game nel conteggio finale in cui vince il primo che non esclama "aaaah, ma cazzo".
Come chicca Laukat è riuscito in un'impresa ineguagliabile: rendere il gioco "dipendente dalla lingua" per aver scritto "start" sulla regione di partenza della mappa, "wild" sui simboli jolly e "and" e "or" su alcune azioni.


In tutto questo ho ignorato completamente la sezione "tema e ambientazione", ma anche l'autore, quindi siamo pari così.

Ovviamente il gioco soffre un po' lo sbilanciamento delle azioni, ma andando per lo più a fortuna la cosa non fa testo, sarebbe come pensare che il problema di un cadavere sia che non sappia far bene i conti.

Da notare che è disponibile una versione print and play, ma soprattutto da notare come potrebbe trattarsi dell'unico caso in cui la versione print and play sia migliore di quella edita.

- Capo, come Rattus, ma senza niente.



Ringrazio Giulietta nel ruolo della Vedova Nera e Stef nel ruolo di Occhio di Falco. A loro dedico questa perla di Kovalic:


qui.




1 commento:

  1. ...e io ci ho messo più di otto minuti per leggere l'articolo

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