lunedì 15 ottobre 2012

Firenze Gioca 2012 - Meno di quello che gli occhi vedono

Stagione fieristica 2012, poca roba in Italia, o meglio, roba da poco, giacché in quantità d'eventi non abbiamo nulla da invidiare a nessuno, in qualità invece se invidiassimo la sagra della porchetta di Dusseldorf nessuno ne avrebbe a ridire. Decine, centinaia di eventi a sfondo ludico organizzati da altrettante associazioni locali, ciascuno la propria. E gran maestri del marchio di proprietà di ogni singolo intervento sono proprio i figli della scuola fiorentina. Firenze Gioca è infatti una delle principali fiere che stanno in una struttura resistente alle intemperie e al soffio del lupo cattivo.

Leitmotiv della convention fiorentina rimane, come ormai da tradizione, l'impatto degli annunci megafonici durante le lunghe giornate. Ma come indice dell'evento stesso questi hanno mostrato un deciso calo di frequenza e intensità.
Difatti Firenze Gioca è risultata in leggera ma evidente flessione rispetto all'edizione 2011.
Ora, non vogliamo mettere in relazione la presenza del buon Frumusa con questi fatti, né la presentazione del  suo nuovo Swordfish, né della sua espansione di Lupin terzo, né dell'Aztlan di Colovini portato dalla Red Glove, né tanto meno dell'apparizione del 1969 firmato Cranio Creation, né dell'apertura della scatola del collaborativo Le Leggende di Andor, però ecco, saranno coincidenze.

Nei prossimi giorni scriveremo delle prime impressioni di tutto quello che abbiamo visto, elenco nel quale ci sono più cose di quelle che ci si sarebbe aspettati da una Firenze Gioca. Forse semplicemente, una volta tanto, gli editori si sono trovati in anticipo di una settimana su Essen; fatto sta che gli interessati del settore hanno trovato una quantità di novità sproporzionata rispetto alle dimensioni dell'evento, scoprendo di avere un interesse sproporzionato rispetto alle dimensioni delle novità.

Nel frattempo scopriamo che a dispetto dei diciannove espositori, più i banchi di diverse associazioni, i problemi della fiera vengono, oltre alla ormai consueta ristrettezza economica, anche dalla difficoltà di trovare uno staff organizzativo in quantità e qualità idonee, un po' come sarebbe il parlamento con la discriminante d'onestà.
Ma questo è un tema che meglio è stato trattato a Per il Gioco, convention dedicata alle associazioni per poter essere meno associazioni, con lezioni su come indossare una dignità nelle occasioni pubbliche, alla quale ho fatto una capatina durante una breve pausa fatta all'inizio di una partita di Lupin. Magari parleremo anche di questo, più avanti.


D'altra parte però, sebbene in minor quantità e di toni vagamente più pacati, gli annunci continuano a risultare eccessivamente lunghi, lenti e ricchi di superflui particolari, proprio come la convention, nella quale le decine di famiglie si aggiravano guardando Frumusa come "quel tizio strano con la figurina di Fujiko ignuda tra le mani".
In conclusione, Firenze Gioca rimane al vertice come fiera con i migliori servizi sanitari d'Italia, e con tutti i giochi che fanno cagare in giro, non possiamo che apprezzarlo sempre tantissimo.

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