martedì 23 aprile 2013

Augustus - L'ultimo ambo dell'imperatore

Bianca Canal, mia amica di sensazionali oltre che
completamente inventate avventure, ci mostra
come un sorriso possa valere più di mille
"ma de che state a parla'?"
Titolo: Augustus
Anno: 2013
Autore: Paolo Mori
Editore: Hurricane, Oliphante
Tipo: gioco da tavolo
Genere: passatempo/azzardo
Tema: Bingo e Impero Romano
Meccanica: giramento di carte, comprare le carte , scala quaranta, scommessa, piazzamento omini (LOL)
Giocatori: 2-6
Durata: 30'-45'
Difficoltà: 2/5
Dipendenza dalla lingua: nulla.
Illustratori: Vincent Dutrait (c'ha pure il nome sulla scatola accanto a quello di Paolo Mori, bella roba, dico io)

[il Puzzillo]


Probabilmente avrei bisogno di un ripasso di storia, ma più che ad essa, per comprendere cosa sia Augustus, è utile ricorrere ai primi secondi di una importante lezione di scienze.

Con tale lezione in tasca lo sguardo sull'ultima faticaccia di Paolo Mori acquisisce forme e colori che non possiamo non apprezzare. Per quanto riguarda il giudizio del sottoscritto siamo di fronte a un possibile capolavoro, la vera esplosione che ci si aspettava dal dimenticato Libertalia appare ora con Augustus attraverso una serie di fuochi d'artificio senza uguali.

Ha le cartelle da scegliere come la Tombola, ha cartelle che si completano come la Tombola, ha i premi per le cartelle completate come la Tombola, ma che gioco è?





Ora, il tema imperiale è dominante e la componentistica imponente, ma in considerazione di quanto detto, dei pupazzetti usati per coprire le tessere più che la somiglianza a ciccioni col jet-pack, si nota la diversità dalle cocce di mandarino. Ciò nonostante apprezzo l'idea originaria dei ciccioni col jet-pack che volano da una cartella all'altra per coprire i simboli necessari a completare le cartelle.

Sì, simboli, non numeri. Scioccati? Dai, non è la prima volta che vi mento, in realtà Augustus non è così simile alla Tombola come pare.
Purtroppo.

Si parte con un po' di setup, inizialmente nulla che prenda più tempo della preparazione del tabellone e dei premi della Tombola, poi appare uno schizzo di neurone gamer che si traduce in una sorta di draft delle cartelle, un passaggio che i giocatori tradizionali non esiterebbero a definire "rispettoso della più classica superstizione ludica", ma che in realtà nasconde un "wanna be strategic" come un bambino nasconderebbe di essersela fatta sotto nonostante il pannolino radioattivo.

Il regolamento offre già qualcosa che molti giochi sono incapaci d'offrire: divertimento. E' come guardare un film di serie B: si stenta a credere alle prime scene, ma poi si è pronti a un crescendo di assurdità tale da renderlo infine credibile.

Il giocatore di turno estrae tasselli dal sacchetto e tutti coprono sulle proprie cartelle il simbolo estratto. Questo è l'esatto momento in cui il più simpatico del gruppo esclama a gran voce:

- AMBO!

Ma a differenza di quando accade a Natale, 'stavolta fa ridere.
E fa ridere sgomitarsi a vicenda chiedendo con tremula voce da vedova:

- Giovanotto è uscita la carrozzella?

In realtà ogni cartella corrisponde a una sola riga delle "cartelle tradizionali", per questo il buon Paolo ricorre a quelle che già trovavamo come house rules nella Tombola classica, cose tipo "non puoi fare terno e quaterna con la stessa riga". Fair.
Ma è un freno di bicicletta montato su una Batmobile.

I giocatori intanto coprono simbolini, giocando un po' d'azzardo là dove alcuni tasselli sono più rari di altri e la disponibilità di lenticchie, ceci, scorze di mandarino o ciccioni col jet-pack è limitata per ciascun partecipante, il tutto sotto una pioggia di "scelte" ovvie, obbligate o indifferenti. Anche se l'angioletto del game design perde una lacrimuccia di sangue dagli occhi, i giocatori continuano comunque ad essere pienamente sospesi nell'incredulità.

Il completamento di qualche cartella, spesso contemporaneo, scatena il delirio, il ruolo del nonno che gestisce il tabellone e dirime le questioni legali al tavolo è demandato agli ormai soliti "numerini alla Mori", una specialità della casa che mette ordine nel caos con l'eleganza con cui il signore mise ordine a Sodoma.
Così si scopre che alcune cartelle, una volta completate, oltre a valere punti, valgono anche l'applicazione di qualcuno di quelli che in gergo tecnico vengono definiti "effetti buffi", per i quali però, sinceramente, nessuno ha mai trovato niente da ridere.
Nell'ordine dei "numerini alla Mori" i giocatori risolvono gli effetti, decidono se prendere o meno i premi in competizione (ricordate le "scelte"?) e scelgono tramite un draft scoperto una cartella con la quale sostituire quella appena completata.
Quest'ennesima scelta "wanna be strategic" ha come effetto principale quello di creare downtime, in compenso però crea un notevole downtime.
Non male in un gioco di contemporaneità.

Tra gli effetti buffi delle cartelle c'è un gradevole scherzo dell'editor, che mette in palio dei punti per i giocatori che abbiano completato più cartelle arricchite dal disegno dell'oro e del grano.
Dov'è lo scherzo? Ce lo chiediamo anche noi, visto che la scelta di disegnare una quantità di altri elementi insieme, separatamente, o esclusivamente da grano e oro sulle cartelle, generando una certa confusione, è stata definita dallo stesso Bergoglio "uno scherzo da prete".
Quasi fosse per tenere su l'attenzione, nella consapevolezza che la Tombola non sia esattamente la base più adrenalinica per un gioco da tavolo, il risultato è più una cosa da corvo parlante.
Questo in una veste grafica che, nella sua semplicità, ce la mette tutta per complicare la vita ai giocatori di Tombola old school, lasciando spazio alla new age del Bingo.

Sebbene i prodotti si rivolgano, per volontà dell'autore quanto dell'editore e del grafico, a target differenti, è impossibile sfuggire al confronto fra Augustus e Descent 2a edizione.
LOL.

La Hurrican commette un passo falso peccando nella componentistica, nel 2013 infatti è difficilmente accettabile avere delle cartelle da ricoprire con ciccioni il legno con jet-pack, mentre già da almeno una decina d'anni le cartelle della Tombola sono munite di strumenti che le rendono autonome, sicure e coinvolgenti, come ad esempio le finestrelle in plastica.
Cosa accadrebbe se nell'eccitazione del momento uno o più giocatori rovesciassero le proprie cartelle in un impeto di coinvolgimento emotivo? Il gioco non prevede nemmeno un tabellone che funga da promemoria, pertanto il climax della partita terminerebbe in un mesto ri-arrangiamento che non soddisferebbe nessuno, un po' come in parlamento.
Un vero peccato per un prodotto con prospettive così alte.

A dispetto del "wanna be strategic", ovviamente, il gioco rimane incentrato sul fattore C, fattore che reca con sé l'inevitabile sconsiderata forbice di punteggi tra partecipanti, problema a cui l'autore ha risposto con un romanica filosofia.


PS e poi mi si fa leggere in giro della morale sul gioco d'azzardo, "il mio gioco è differente". Sì, c'ha i ciccioni con il jet-pack.

3 commenti:

  1. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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  2. Oh mezzo centimetro e alla Canal gli si vedeva il pippolino! Mannaggia!

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  3. appare ora con Augustus attraverso una serie di fuochi d'artificio senza uguali.
    ----------------
    saranno i fuochi di Hanabi!!! :D

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