lunedì 3 dicembre 2012

Oddville - "'o famo strano, girete."

Martina Pusceddu
Fotografata da Andrea Baccetti & Sandro Rosi
L'unico modo di spiegare perché tanto interesse
nei confronti di fantomatiche gilde.
Titolo: OddVille
Anno: 2012
Autore: Carlo Lavezzi
Editore: What's your game?
Tipo: carte
Genere: piazzamento
Tema: costruzione cittadina
Meccanica: piazzamento tessere, comprare le carte
Giocatori: 2-4
Durata: 35'/70'
Difficoltà: 2/5
Dipendenza dalla lingua: nulla
Illustratori: Mariano Iannelli (l'editore, ma almeno si è astenuto dal fare l'autore, come altri non riescono), Markus Gunter (personaggio di fantasia appartenennte alla mitologia mitteleuropea).
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[il Puzzillo]

Praticamente devi costruire questa città no, e questa città ha solo una piazza principale tipo, ma è una città strana, è "OddVille", capisci no? E tu hai questi quattro lavoratori diversi, da quello bravissimo al ragazzetto focomelico, però vuoi contribuire alla crescita della città, così le gilde che ne fanno parte, che finché non costruisci se ne stanno rintanate nella piazzetta anche se sono tipo potentissime, vengono ad aiutarti e alla fine chi prende più punti vince.

Diamine già mi sento calato nella parte.


Più che un gioco OddVille sembra un esercizio di stile dell'economia editoriale. Senza aggiungere nulla ad un mazzo di carte e una saccocciata di omini, nell'economica scatolina ci sono in realtà risorse e monete in abbondanza per tutti. Se non fossimo fissati per giocarli anche, sarebbe veramente un prodotto "smart". Colpa nostra.

Il concetto alla base di OddVille è immediatamente intuibile nel vederlo aperto sul tavolo: ma se Carcassonne ha avuto tanto successo con tanta semplicità, perché non dovrei poter ottenere più successo complicandolo un po'?
Già, perché no?
Vediamo un po', magari perché il successo di Carcassonne sta proprio in una semplicità tale che potrebbe giocarlo anche l'italiano medio?

Invece no, il buon Carlo ci prova. E ci riesce. A complicarlo.

Una plancetta da una parte tiene il conto delle risorse possedute dai giocatori, un mazzo di carte dal dorso illustrato a moneta nasconde le costruzioni da estrarre per il draft scoperto alla IWWF, i personaggi delle quattro gilde languono in un angolo in attesa di essere chiamati alla pesca e i giocatori si girano e rigirano in mano il loro quattro lavoratori, cercando di capire perché non dovrebbero iniziare con una mossa più ovvia della scelta tra Jessica Alba e Calderoli.

Le costruzioni devono essere quindi pescate e necessitano di risorse per essere aggiunte alla città seguendo ortogonali regole di coerenza, sapete, strada con strada, città con città... ciascuna poi conferisce un bonus immediato e un punteggio a fine partita.
I denari servono per ottenere costruzioni e risorse, ma vanno presi dal mazzo delle costruzioni, che ne sono il dorso, ma senza voltarli, altrimenti saprete quale costruzione c'è, e siccome quando li spendete dovete rimetterli sul mazzo, in somma, non è carino, anche per una questione di privacy, la stessa che dovete rispettare invece di chiedere "Ma Perché?".
Le risorse, ovviamente, non hanno tutte la medesima reperibilità, così, quando durante il setup l'ultimo giocatore ha facoltà di sceglierne per primo una gratis, ha come unica opportunità quella di dimostrarsi un idiota.
Le quattro gilde, rappresentate dalle immagini di una maschera, un gallo, campane e un giglio, rispettivamente rappresentanti la gilda col disegno della maschera, del gallo, delle campane e del giglio, si compongono ciascuna di quattro personaggi, dei bonus più o meno momentanei da ottenere piazzando le relative costruzioni, dei bonus determinanti per il risultato appena quanto potrebbe essere stato determinante un proiettile sulla morte di JFK. 
Il tutto è realizzato grazie all'opera di quattro lavoratori diversamente abili che dovete usare di volta in volta fino ad adoperarli tutti, fatto salvo pagare una certa cifra per lasciare a casa quelli proprio "diversamente abili".

Lasciando un omino sulle costruzioni piazzate risolvete il problema del riconoscerne la proprietà e, soprattutto, il problema di portare a termine la partita, che si chiude immediatamente al piazzamento del sesto omino in città, concedendo un vantaggio al primo giocatore che definiremo "relativo", come è relativo partire prima in una gara di velocità. Ma c'è il conteggio dei punti, quindi magari qualcuno ha corso meglio, magari l'ultimo giocatore ha perso l'occasione iniziale di dimostrarsi un idiota ed è stato un po' più fortunato nel draft delle costruzioni, o nell'interferenza di terzi, soprattutto giocando in quattro, che ci si mettono pure i quarti ed il margine per il casino aumenta.

Quindi alla fine siamo lì, avete preso le migliori risorse che potevate e le avete usate per piazzare nel posto più logico le migliori costruzioni che erano disponibili. Un gioco che se dovessi sintetizzare in termini di design, lo farei che peschi una tessera e la piazzi secondo certe regole di coerenza ortogonale, ci carichi sopra un omino e fai punti a seconda di dove l'hai messo.

Ringraziamo Andrea Baccetti & Sandro Rosi che hanno ritratto Martina in una espressione talmente determinata che quasi verrebbe voglia di farle fare una partita ad OddVille, solo per insinuare il dubbio in quello sguardo, e vedere se assumerebbe allora la medesima espressione ebete di quanti l'abbiano già giocato...


3 commenti:

  1. Secondo me il problema più grosso del gioco è dato dai personaggi bonus: vanno e vengono senza troppo controllo, portando con se una quantità abbastanza immane di punti.

    Per il resto non mi è dispiaciuto e tutto sommato ha un rapporto qualità/prezzo interessante.

    Certo, si resta sempre nella sfera dei giochi che "non mi sono dispiaciuti"... quanti ce ne servono?

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  2. Ancora, ancora e ancora.
    Ma finito il sesso, non saprei che farne di giochi che "non mi sono dispiaciuti".

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    Risposte
    1. Appunto. Stiamo diventando vecchiarelli, dobbiamo essere più selettivi.

      Noi.

      Mia moglie invece vuole Oddville e quindi penso che lo comprerò.

      Tant'è, rieccoti Miss Pusceddu, magari ti serve per un prossimo articolo:
      http://fabricosta.fotoportal.it/image.php?height=800&width=900&image=/archivio/foto/86366/DSC15367.jpg

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