lunedì 19 novembre 2012

Smash Up - il gioco secondo Benedetta Parodi

Modella: Bianca Canal
Fotografo: Luca Adaman Pirovano

Titolo: Smash Up
Anno: 2012
Autore: Paul Peterson
Editore: Alderac Entertainment Group
Tipo: carte
Genere: gioca la carta più alta
Tema: Insalata di B-movie
Meccanica: accumulo omini
Giocatori: 2-4
Durata: 20'/60'
Difficoltà: 1/5
Dipendenza dalla lingua: totale.
Illustratori: Conceptopolis, Allsop, Balixa, Torres
Gallery

[il Puzzillo]


Innegabile il fascino della ricetta paracula: ingredienti semplici e combinazioni efficaci. 

E' così che appare nel manuale di Smash Up l'esempio eclatante di tale ricetta: Robot + Ninja = Robot Ninja.
Cioccolato + Fritto = Cioccolato Fritto. Spiacente Benedetta, non puoi competere.

Non potevamo perderci una delle novità più imbarazzanti della stagione targata AEG, l'editrice famosa per la linea editoriale definita da Vogue "una caccia alla volpe col napalm".
Nota alle statistiche del mercato per la più lunga striscia positiva di flop clamorosi, la AEG, ancora una volta, punta su elementi di grande successo, proposti con grande entusiasmo, presentati con grande intensità, distribuiti in grande quantità, ossia tutti gli elementi necessari per cadere con un grande botto.

"The Shufflebuilding Game of Total Awesomeness!" traducibile in "Non saremo originali ma dobbiamo pur campare!", è il motto della scatola che, già dalla forma, sembra "omaggiare" King of Tokyo. Ma è solo un'impressione, aprendola infatti appare lampante che l'omaggio sia più fermamente rivolto a Dominion.

Ancora non abbiamo toccato la dozzina di mazzetti di carte e il buon Paul ci ha già delusi due volte. 
Le premesse ci sono tutte.





Tra i mazzetti di carte un'accozzaglia di protagonisti della fantasia sfigata: pirati, alieni, zombie, dinosauri armati, folletti e stregoncelli (oltre ai già citati cioccolato e fritto); un modo piuttosto munchkiniano di mettere le mani avanti, cosa che non ci dispiacerebbe, se le mani fossero un po' più in basso. E non fossero quelle dell'autore.
Nonostante io abbia visto panini al cotto e formaggio più originali di Smash Up, il concetto è semplice: prendere due mazzetti e mischiarli, piazzare in mezzo al tavolo tre "basi" e a turno giocare fino a una carta creatura e una carta azione. Quando il valore di una base è raggiunto dalla somma delle creature giocate su di essa, i giocatori si spartiscono i punti come indicato, scartano tutto e piazzano una nuova base.
Se fosse stato un buon gioco avrebbe potuto funzionare. In fondo anche "asso piglia tutto" ha goduto di gran popolarità. Soprattutto dopo il successo incredibile sconcertante esaltante grande normale mediocre mancato di Blood Bowl T.M..

Avendo però dei disegni piuttosto colorati, non abbiamo saputo ignorarlo con altrettanta eleganza (purtroppo  incombe il dovere morale di squarciare qualsiasi abuso dei temi di moda, come ora gli zombie), e pescare la prima mano di carte ha risposto a gran parte dei nostri dubbi: una manciata di carte con testo di varia lunghezza e di varia comprensibilità langue tra le dita dei giocatori che, dopo essere stati accompagnati fin qui da un pulmino giallo (su sfondo blu), si ritrovano in mezzo a una via di truffatori, con effetti disparati e disperati. Non che la chiave di lettura sia inarrivabile, intendiamoci, altrimenti staremmo tutti sul divano a guardare Porta a Porta, ma il salto dalle regole "for a dummy dummy" al valutare il senso delle parole chiave e l'applicabilità di certe regole rispetto ai contraddittori effetti di certe interazioni, è alto come una pila di espansioni di Dominion, e altrettanto giustificabile.

Inevitabile, come è "inevitabile" andare a messa la domenica, l'inserimento di effetti d'interazione diretta in grado di sconvolgere il piazzamento, una sequela di "scarta", "riprendi in mano", "sposta" e "rigioca" in grado di generare balletti di togli e metti che nemmeno l'ultima novità in fatto di balli latino americani il che, nonostante la furbata di posizionare la pescata alla fine del turno, può dare il via, soprattutto in quattro giocatori, a partite potenzialmente lunghe, di quella durata che in proporzione potremmo trovare nella scala delle durate posizionata tra "perché non ho accettato quella pasticca dal nigeriano all'angolo?" e "chi sono io? e cosa ci faccio qui?".
Senza considerare che in quattro giocatori il tavolo dopo qualche turno tende ad assumere l'aspetto ordinato della camera di un adolescente, smorzando la sensazione di disagio.
O era acuendo? Faccio sempre confusione...

In compenso Paul ha cercato di caratterizzare le fazioni del gioco, anche forzando, un po' come Geppetto forzò la caratterizzazione di Pinocchio. 
Con una sega.
Che poi è lo stesso modo con cui sono state bilanciate le fazioni, gli effetti delle cui carte variano da "eccoti un ottavo di vittoria" a "in caso un avversario abbia la possibilità di giocare una determinata altra carta durante il tuo turno allora la carta che stai giocando in combinazione con questa non subirebbe eventuali effetti", il che, magari in combinazione con "rigioca una carta", pianta le basi della frustrazione come fosse un fagiolo magico. Ma grazie alla durata ridotta... ah no.
In compenso Smash Up è uno dei pochi titoli 2-4 di questa stagione a non essere esclusivamente per 2 o 4 giocatori e poi adattato. 
Solo giusto in quattro s'inceppa e in due è un ping-pong.

In una produzione che consiste in poco più che centocinquanta carte e una scatola troppo grande (troppa fiducia nel successo delle espansioni?), "quei purciari dell'AEG", come ama definirli Larry King, non sono riusciti ad inserire un qualsiasi tipo di segna punti, il che, con partite che superano la mezz'ora, genera sui volti dei giocatori la stessa espressione che avete quando arrivate al supermercato e cercate di ricordare quale fosse la parola che la vostra compagna aveva posto dopo "e non dimenticare assolutamente di prendere".
Sarebbe bastato, sebbene inelegantemente, fare un salto da Ikea. E magari lasciarci un curriculum.

Ringraziamo Luca Pirovano che ha catturato una discretamente invadente Bianca, ragazza dalle mille risorse che, non potendo per tale motivo essere ammessa ai tornei di Puerto Rico, si è data al cosplay ed alla realizzazione per terzi di costumi.

7 commenti:

  1. Che c'entra Bayonetta con Smash Up?

    Ma sopratutto: perché hai sbagliato il titolo?

    E inoltre: perché 'sto gioco mi pare una puzzetta sotto-sviluppata? E perche compriamo ancora i giochi AEG?

    Misteri. Chiamate Enrico Ruggeri.

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    1. E perché scrivo sempre "sopratutto" con una t di meno?

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    2. Per il teorema Ninja + XXX = Ninja XXX.
      Sostituire a piacere.

      L'errore nel titolo era un concorso, hai vinto: scoppia.

      Compriamo giochi AEG perché ci piace trovare nuovi modi d'interpretare la parola "peto".

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    3. Ma Bayonetta non è una ninja!

      E' la fusione tra una strega e una strappona!

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  2. baionetta è la fusione fra una figa e una figa.

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    1. Non necessariamente appartenenti alla stessa figa.

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  3. Bene, direi che possiamo archiviarlo come "complimento a Bianca".

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