lunedì 1 ottobre 2012

Romics 2012 - e a noi?

Soldatini, il meglio che potessimo ottenere.
Mio padre sarebbe fiero di loro.
Inizia la nuova stagione fieristica e Roma non può non rispondere al richiamo del tritacarne economico che questo periodo offre. Gli eventi romani in questo campo, dopo il fallimento di qualche anno fa, sono in piena crescita, generalmente ormonale, distinguendosi per lo più a causa dei problemi legati alla semantica legale del termine "pubertà".

Come tentavo di spiegare ad un organizzatore, del quale non faremo il nome per rispetto alla mia limitata memoria, tanto Romics quanto Roma comics and Games appaiono decisamente poco orientate al gioco.

- Non capisco cosa intendi, Roma Comics and games + sound & vision è assolutamente la fiera per tutti.

Ovviamente non c'era bisogno che insistesse nel suo questionare, quello che serviva era solo un segnale chiaro per i naviganti, ed eccolo qui, un bel palinsesto di quelli che certamente, e che te lo dico a fare.

Anche a Romics la parte che c'interessa, i "games" (anche se poter incontrare alcune delle nostre amiche cosplayer è stato senza dubbio il momento migliore dell'evento), appaiono con queste importanti righe:


Gioco da tavolo e gioco di ruolo
Armarsi di strategia, astuzia, abilità e di una buona dose di fortuna per affrontare le sfide da tavolo. Sono più di cinquanta i titoli in prestito gratuito, dai grandi classici (come Risiko, Wings of War, Viva il Re! Città perdute, Niagara) alle novità più apprezzate dagli appassionati e non solo!
Anche quest’anno, a Romics 2012 si svolgono lezioni introduttive per gli inesperti e discussioni su tattiche e strategie di gioco per gli appassionati di sempre.


Semplicemente ineluttabile.

Se non fosse stato per i ragazzi dell'associazione Reindeer Corporation, che vi laverebbero i vetri gratis se fosse un gioco da poter divertire qualcuno, probabilmente sarebbe passata la prima stesura della presentazione:

La dura vita di un recensore di giochi.
Amica mia, se sei ancora di questo avviso, contattaci.
E, in un angolo nei pressi dei bagni, dove non avevamo altro da piazzare, uno spazio per fare quelle cose lì che fate voi, pupazzetti e roba così. Gratis!

Il gioco da tavolo rimane un prodotto di nicchia, ormai penalizzato forse più dal mercato che dalla endemica mancanza di cultura. Veder competere il gioco con l'impatto di fumetti, costumi e videogiochi ricorda un po' la scena tagliata di Avengers:
- Io ho un esercito.
- Noi abbiamo un Hulk.
- Noi abbiamo Bang!

Eppure non è possibile non considerare questi eventi occasioni perse, non solo per l'editoria nazionale, incapace di organizzare un presenza significativa sfruttando l'enorme traino di culture affiliate, ma anche per gli organizzatori stessi, incapaci di sfruttare una risorsa comunque preziosa per i propri introiti, sia da un punto di vista commerciale, per la presenza di nuovi soggetti con cui trattare, sia per la possibilità di guadagnare una fetta di pubblico in pianta stabile.
Non vedere il piacere dei visitatori nel sedersi a provare un gioco è come non notare il seno di Scarlett Johansson, fosse anche solo per il gusto del sedersi una volta durante le 10 ore di fiera. Ma considerando la limitata portata delle offerte di queste fiere anche in termini di spettacolo e interattività, l'idea di poter "fare qualcosa" (ancorché divertente) è un richiamo non da poco per quei numerosi visitatori non mascherati che, dopo aver accertato di non avere motivi per tornare l'indomani, comincino a discutere sul fatto di averne avuti per venire l'oggi.


Posare gli occhi sul tavolo da gioco, distraendoli dalla quantità impressionante di più o meno giovani cosplayer, onde fingere l'esistenza di una qualche forma di pudore (o di autorità genitoriale), è solo uno degli stimoli che ha riempito gli insufficienti tavoli gestiti (ovviamente gratuitamente) dall'associazione romana. Certamente più della voglia di giocare a Munchkin, ma d'altra parte chi aveva davvero voglia di fumare prima della prima canna?
Tra la noia per la fiera-sfilata, la stanchezza per la fuga da aggressive pile di Tex, lo stress per i cartelli "free sex" disattesi, la voglia di fare qualcosa che non sia reato, e il poter dire "vorrei provare qualcosa ma non quello, per favore non quello" indicando Forgotten Planet, si sarebbe potuto riempire un padiglione intero, piuttosto che un angolo di sala allestito alla buona e qualche ingestibile tavolo di un paio di volenterosi negozianti.

La nostra amica Dalia porta avanti la filosofia secondo la
quale i prodotti Disney non siano una cosa solo per bimbi.
Noi tendiamo a crederle.
Ovviamente nessun ospite, nessuna conferenza, nessun incontro, nessuna voce in capitolo, nessuna presentazione, nessun allestimento di richiamo, niente di niente, praticamente il gioco da tavolo è trattato nelle fiere romane come la buona fede in parlamento.

Per noi che già abbiamo le nostre lamentele da fare riguardo la gestione del tema "gioco" a Lucca Games, vivere una delle fiere capitoline è come mangiare da Ikea per Gordon Ramsey.

Un paio di note positive (e non sappiamo esattamente per chi) sono state la disponibilità dei giochi LEGO, presentati sempre dai soliti volenterosi associati di cui sopra, e l'apparizione di Marco Valtriani in uno stand, il quale dopo aver dispensato maledizioni agli astanti, ha miracolato tutti tranne uno, a cui ha lasciato che si vendesse una copia di 011.

Nell'attesa di mettere seriamente alla prova la prossima Ludica Roma, che dopo lo sfortunato esordio dello scorso anno non potrà nascondersi dietro a scuse solite del tipo "nevicava", "in realtà sarebbe Ludica Comics & videogames", "le cavallette", "c'era il nuovo gioco di Mura". Sperando di evitare il più lento stillicidio del mercato ludico mai visto.

Intanto, ludicamente parlando, la cosa migliore che sia accaduta a Romics 2012 è stata la pioggia.


1 commento:

  1. Veramente l'unica cosa che ho maledetto a giocaroma sono le (inesistenti) spazzole della tua macchina che, in combo col ritardo generato dal tuo imbarazzante baccaglio ai danni delle cosplayer, ha prodotto uno dei viaggi in auto più allucinanti della mia vita.

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