lunedì 23 luglio 2012

Village - se non trovate lo scemo, potreste essere voi

Modella: Giulia Moretti
Fotografo: Giulia Guizzardi
Titolo: The Village
Anno: 2011
Autore: Inka e Marcus Brand
Editore: Pegasus Spiele e altri
Tipo: da tavolo
Genere: gestionale
Tema: bucolica uccisione di puzzilli
Meccanica: cubetti, piazzamento omini, piazzamento omini senza omini, originalità spinta.
Giocatori: 2-4
Durata: 75'-100'
Difficoltà: 3/5
Dipendenza dalla lingua: nulla.
Illustratori: Dennis Lohausen, un nome che sentiremo ancora. Nella formazione del Bayern Leverkusen, però. 
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[di Mr. White Bishop]

Potevamo forse esimerci dal “recensire” il fresco vincitore dello SpieldesJahresKennerspiel ? Assolutamente sì, ma avremmo rischiato di non raggiungere la nostra quota mensile di trollate gratuite dei fanboy, quindi nonostante il tema del gioco (l’eliminazione fisica di puzzilli della vostra famiglia) ci attirasse quanto indossare una pelliccia di yak in questi freschi giorni di luglio, ci siamo fatti forza per voi e quindi per un paio di sabati (il nostro giorno del gioco che non piace a nessuno), tra una partita a Pizzorullo e una a Saltadrago abbiamo inserito pure Village.
Ci tocca, sebbene a malincuore perché sapete che a noi parlare bene dei giochi non piace (difatti dei giochi che ci piacciono non parliamo proprio) riconoscere che il premio vinto da Village è stato assegnato all’editore che ha sganciato più euri ai giurati assolutamente meritato.

Anzitutto per l’incredibile originalità della meccanica di base: a turno, ogni giocatore sceglie un’azione tra quelle disponibili e la esegue.
Per alcune azioni serve metterci il proprio puzzillo, per altre è opzionale, per altre non serve, anzi una crea un puzzillo in più. In un sussulto di ulteriore originalità, quando fate un’azione prendete pure un cubetto tra quelli associati all’azione stessa (estratti a caso da un sacchetto, giusto per aggiungere quel tocco di determinismo che mancava).
Quello che rende veramente originale il gioco però è che ogni azione può essere fatta solo un certo numero di volte, tante quanti i cubetti associati all’azione. Esticazzi.

Durante le fasi di playtest del gioco, Inka e Marcus hanno testato una serie di usi per i cubetti, come introdurli in un orifizio corporeo determinato dal lancio di un dado per poi estrarli da un altro (ma l’aveva già usata Obert), contarli (ma l’aveva già opzionata Knizia, ceduta poi in subappalto a Colovini), piazzarli su delle aree per vedere chi ne ha di più (ma su questa ha i diritti Kramer, Mura per l’Italia), quindi alla fine hanno deciso che il gioco era già originalissimo di suo, e i cubetti “li si usa per costruire roba o per pagare i costi delle azioni o se proprio non sai che fartene talvolta li vendi per punti”. Università del game design, corso avanzato, proprio, guarda. Un’idea talmente bella e originale che da essere stata utilizzata da Chiarvesio e Iennaco per ogni almeno un loro gioco. Fate voi.

In un contesto così frizzante e di creatività orgasmica, arriva l’idea che davvero fa svoltare il gioco: invece di lottare per tutta la partita per dare da mangiare qualcosa a sti puzzilli (Agricola) o sbattersene tanto qualcosa da mangiare lo trovano (Stone Age), in Village di tanto in tanto dovete decidere a quale dei vostri omini far tirare le cuoia, per mandarlo nel grande libro celeste dei ricordi.
In pratica, il primo boardgame dove sono i puzzilli stessi a tenere una mano sui coglioni, invece che viceversa come di solito.
La meccanica rievoca deliziose scenette di vita familiare nel medioevo, con i puzzilli tutti seduti intorno al fuoco:
Puzzillo Carlo: Quest’anno uno di noi deve passare nel libro dei ricordi, si sa
[tutti i puzzilli si toccano]
Puzzillo Giulio: Hey, mandiamoci Oreste che l’abbiamo iscritto al seminario l’anno scorso.
Puzzillo Oreste: Non scherziamo! Dai, uccidiamo Umberto che sta sempre in viaggio, sai checcefrega
Puzzillo Umberto: Io sono quasi arrivato alla città successiva che vale punti vittoria, ammazziamo Carlo invece, che sta al podere a fare il contadino. Tanto poi un altro contadino lo tiriamo su in fretta.
Puzzillo Carlo: che c***o dici? Poi il grano da vendere al mercato chi lo produce? E poi la sezione contadini del libro dei ricordi è piena, e finirei in una fossa anonima, francamente nun c’ho voglia. Ammazziamo Giulio, invece!
[si menano]
Insomma, un tema allegro e divertente, in grado di candidarsi fin d’ora a degno successore di Rattus come gioco per famiglie 2012 al Comics di Lucca.

Per i pochi che al terzo turno non si siano già addormentati da tempo, c’è modo di apprezzare ulteriori meenchiate finezze introdotte dai gemelli Brand, come carri che si consumano a fare la strada tra Latina e Velletri, che non ti danno manco la garanzia di una settimana, grandi classici come “se la tua famiglia si è riprodotta questo turno, la mia non può farlo, che il comitato del controllo sulle nascite dei puzzilli è severissimo”, tocchi di realismo inconsueti come “per fare carriera ecclesiastica, devi pagare in merce o in natura”.

Una menzione speciale va alla grafica, nitida come i disegni fatti nella neve dalla minzione di un ubriaco, e quasi altrettanto gradevole. Tale menzione rimane incontrastata solo perché la scelta di applicare stickers numerati sugli omini ricade più nel ramo del cattivo gusto dell'editing che non in quello puramente estetico.

Le recensioni serie come quelle del Ludologo di solito si concludono con una grandissima leccata di culo frase riassuntiva del tipo:
“pur non essendo particolarmente originale, Village rimane un’esperienza di gioco gradevole e ben congegnata, in grado di garantirvi ore di divertimento con i vostri amici”  e da questo punto in poi  potrebbe diventare complicato continuare a leggere per colpa della saliva che emana dallo schermo.
Io invece vi dirò che il gioco è soprattutto e in massima parte Giàvvisto e A Scadenza Brevissima (più o meno come il Black Pawn a letto), ma sul resto si salva, più o meno come i puzzilli che riescono a sfuggire al grande libro celeste dei ricordi e della sfiga. 

Comunque è meglio il film.


Ringraziamo questa settimana Giulia Moretti, immortalata da Giulia Guizzardi nel tentativo di dare un senso alla frase "Ma la natura è tutta bella". A nostro favore l'aspetto bucolicamente vuoto della scena, chiaro riferimento per la realizzazione di Village.

16 commenti:

  1. No dai ragazzi, ma scherziamo?
    Davvero lasciate fare le recensioni ad Ales... a White Bishop?
    Cioè... anche io sono per la parità di diritto per gli omosessuali, i negri, le donne e i ludologi (per gli Autori di Giochi farei un'eccezione...), ma questo non giustifica una cosa così moscia come quella di White Bishop.
    E nemmeno questa recensione.

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  2. "In pratica, il primo boardgame dove sono i puzzilli stessi a tenere una mano sui coglioni, invece che viceversa come di solito".


    Questa però è ottima XD

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  3. devo ammettere che spesso mi trovo d'accordo con le vostre recensioni, il riciclo è molto di moda nel mondo dei giochi negli ultimi anni

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  4. Che volete, il White Bishop è così, appare quando meno te l'aspetti.
    E quando meno lo vorresti.
    Come l'herpes.
    Il che me lo rende sempre piacevole.

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  5. Finitela di incularmi le cosplayers dal profilo facebook!!!

    Inoltre, un certo Marco mi ha costretto a chiedervi di mettere qualche foto di cosplayer uomini, possibilmente barbuti...

    Come si suol dire... "Ambasciator non porta pene" (e poi, quelli li prende tutti quel ghiottone di Marco).


    Ah, il gioc.. film è fantastico. La recensione fa invece venire la sciolta.

    Il Eterologo
    Coming's Out Consultant

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    1. non conosco nè te nè marco e non so da cosa nasca questo astio, dai toni mi sembra proprio che non stai scherzando.
      detto questo aggiungo: minchia quanto sei pesante.
      con la tua ironia omofoba che potrebbe avere un ragazzino delle medie (ma forse lo sei nel qual caso ti chiedo scusa) risulti fastidioso e abbassi nettamente il livello di questo blog, che invece nei suoi eccessi è intelligente, divertente e molto raffinato.

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    2. Lascia stare. E' sempre lo stesso demente disadattato che trolla in maniera volgare e infantile ogni nuova recensione.

      Smaronato I

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    3. Questo commento è stato eliminato da un amministratore del blog.

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    4. "not funny at all" automatic removal system.

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  6. bella la foto nella fratta! avete fatto almeno una chilata di more per la marmellata?

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  7. Per chi sa leggere tra le righe direi che quasi quasi a White Bisohop il gioco è piaciuto sul serio.... :)
    Qualche sprazzo di originalità e il gusto di mandare gli omini al cimitero è splendido :P

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  8. Bella la foto...sembra la copertina di un ellepì di Luigi Maria Ciccione, il famoso cantante di liscio della banda isy dance! Ci avrete messo mesi a scegliere un immagine che non c'entra un cazzo! Bravi!
    Bello, anche se meno riuscito, il tentativo di ostentare che non capite una minchia nè di german, nè di giochi. Però poi vi tradite sparando a zero sul Ludologo. Nessuno è perfetto!
    (il vostro collerico amico)

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  9. Ora si sono messi anche a censurare i commenti scomodi...

    Sempre più in basso e la differenza con gli altri blog spazzatura della rete si assitiglia sempre più.

    Smaronato I

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    1. Non sorprende nessuno che tu sia un abitudinario dei blog spazzatura, senza sottolineare le evidenti affinità.

      E' la seconda volta che entra in funzione il "not funny at all" automatic removal sistem, in un paio d'anni ci sta che un paio di lettori scivolino in esternazioni eccessivamente fuori luogo o illegali, come nel tuo caso.

      Ora, se su altri blog spazzatura trovi spazio per offendere o diffamare apertamente e direttamente singoli individui, sei libero di farlo. Lì. Qui, di addossarmi questi comportamenti superfluamente illegali, non ne ho propria voglia.
      Al limite, da uomo convinto delle proprie idee, contatta direttamente il soggetto che di volta in volta vuoi offendere o diffamare e digli cosa pensi di lui. Così, magari mettendoci il tuo volto e soprattutto le tue generalità, tanto per assumerti personalmente le responsabilità di quel che dici e che fai.

      Detto questo, capo d'accusa principale, per quel che riguarda i terzi, è la totale mancanza di qualsiasi spirito umoristico, ironico, sarcastico o semplicemente divertente nelle tue parole.

      Ciao e grazie.

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  10. Perché al posto della foto dalla playmate della settimana stavolta c'è un campo di erbacce ?

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    1. La nostra Giulia ha avuto la sensibilità di svelare la parte migliore di Village. Un po' quello e un po' che quando ha capito di cosa si parlasse a cercato di defilarsi il più possibile.

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