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| Modella: Giulia Moretti Fotografo: Giulia Guizzardi |
Titolo: The Village
Anno: 2011
Autore: Inka e Marcus Brand
Editore: Pegasus Spiele e altri
Tipo: da tavolo
Genere: gestionale
Tema: bucolica uccisione di puzzilli
Meccanica: cubetti, piazzamento omini, piazzamento omini senza omini, originalità spinta.
Giocatori: 2-4
Durata: 75′-100′
Difficoltà: 3/5
Dipendenza dalla lingua: nulla.
Illustratori: Dennis Lohausen, un nome che sentiremo ancora. Nella formazione del Bayern Leverkusen, però.
Gallery
[di Mr. White Bishop]
dello SpieldesJahresKennerspiel ? Assolutamente sì, ma avremmo rischiato di non
raggiungere la nostra quota mensile di trollate gratuite dei fanboy, quindi
nonostante il tema del gioco (l’eliminazione fisica di puzzilli della vostra
famiglia) ci attirasse quanto indossare una pelliccia di yak in questi freschi
giorni di luglio, ci siamo fatti forza per voi e quindi per un paio di sabati
(il nostro giorno del gioco che non piace a nessuno), tra una partita a
Pizzorullo e una a Saltadrago abbiamo inserito pure Village.
parlare bene dei giochi non piace (difatti dei giochi che ci piacciono non parliamo proprio) riconoscere che il premio vinto da Village è
assegnato all’editore che ha sganciato più euri ai giurati
meritato.
base: a turno, ogni giocatore sceglie un’azione tra quelle disponibili e la
esegue.
altre è opzionale, per altre non serve, anzi una crea un puzzillo in più. In un
sussulto di ulteriore originalità, quando fate un’azione prendete pure un
cubetto tra quelli associati all’azione stessa (estratti a caso da un
sacchetto, giusto per aggiungere quel tocco di determinismo che mancava).
azione può essere fatta solo un certo numero di volte, tante quanti i cubetti associati
all’azione. Esticazzi.
testato una serie di usi per i cubetti, come introdurli in un orifizio corporeo
determinato dal lancio di un dado per poi estrarli da un altro (ma l’aveva già
usata Obert), contarli (ma l’aveva già opzionata Knizia, ceduta poi in
subappalto a Colovini), piazzarli su delle aree per vedere chi ne ha di più (ma
su questa ha i diritti Kramer, Mura per l’Italia), quindi alla fine hanno deciso
che il gioco era già originalissimo di suo, e i cubetti “li si usa per
costruire roba o per pagare i costi delle azioni o se proprio non sai che
fartene talvolta li vendi per punti”. Università del game design, corso
avanzato, proprio, guarda. Un’idea talmente bella e originale che da essere stata utilizzata da Chiarvesio e Iennaco per
arriva l’idea che davvero fa svoltare il gioco: invece di lottare per tutta la
partita per dare da mangiare qualcosa a sti puzzilli (Agricola) o sbattersene
tanto qualcosa da mangiare lo trovano (Stone Age), in Village di tanto in tanto
dovete decidere a quale dei vostri omini far tirare le cuoia, per mandarlo nel
grande libro celeste dei ricordi.
tenere una mano sui coglioni, invece che viceversa come di solito.
nel medioevo, con i puzzilli tutti seduti intorno al fuoco:
noi deve passare nel libro dei ricordi, si sa
Oreste che l’abbiamo iscritto al seminario l’anno scorso.
Dai, uccidiamo Umberto che sta sempre in viaggio, sai checcefrega
arrivato alla città successiva che vale punti vittoria, ammazziamo Carlo
invece, che sta al podere a fare il contadino. Tanto poi un altro contadino lo
tiriamo su in fretta.
Poi il grano da vendere al mercato chi lo produce? E poi la sezione contadini
del libro dei ricordi è piena, e finirei in una fossa anonima, francamente nun
c’ho voglia. Ammazziamo Giulio, invece!
candidarsi fin d’ora a degno successore di Rattus come gioco per famiglie 2012
al Comics di Lucca.
da tempo, c’è modo di apprezzare ulteriori
dai gemelli Brand, come carri che si consumano a fare la strada tra Latina e
Velletri, che non ti danno manco la garanzia di una settimana, grandi classici
come “se la tua famiglia si è riprodotta questo turno, la mia non può farlo,
che il comitato del controllo sulle nascite dei puzzilli è severissimo”, tocchi
di realismo inconsueti come “per fare carriera ecclesiastica, devi pagare in
merce o in natura”.
fatti nella neve dalla minzione di un ubriaco, e quasi altrettanto gradevole. Tale menzione rimane incontrastata solo perché la scelta di applicare stickers numerati sugli omini ricade più nel ramo del cattivo gusto dell’editing che non in quello puramente estetico.
concludono con una
tipo:
un’esperienza di gioco gradevole e ben congegnata, in grado di garantirvi ore
di divertimento con i vostri amici” e da
questo punto in poi potrebbe diventare
complicato continuare a leggere per colpa della saliva che emana dallo schermo.
parte Giàvvisto e A Scadenza Brevissima (più o meno come il Black Pawn a
letto), ma sul resto si salva, più o meno come i puzzilli che riescono a
sfuggire al grande libro celeste dei ricordi e della sfiga.
Comunque è meglio il film.
Ringraziamo questa settimana Giulia Moretti, immortalata da Giulia Guizzardi nel tentativo di dare un senso alla frase “Ma la natura è tutta bella”. A nostro favore l’aspetto bucolicamente vuoto della scena, chiaro riferimento per la realizzazione di Village.






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