lunedì 2 luglio 2012

Pandemic - che peste vi colga, o cagotto.


Modella: Aleksandra "BloodyLala" Fedor
Fotografo: Marco Nardi
Titolo: Pandemic
Anno: 2008
Autore: Matt Leacock
Editore: Stratelibri (ita)
Tipo: gioco da tavolo
Genere: collaborativo
Tema: eliminare cubi di malattie atroci
Meccanica: scala quaranta, scubetti
Numero Giocatori: 2-4 (ossia uno)
Durata: 60' - fin quando non litigate o lasciate che la partita prosegua senza di voi.
Difficoltà: 3/5
Dipendenza dalla lingua: minima (semplice testo su poche carte)
Illustratori: Cappel, Hanish, Moulun, Thiel.


Eccoci, dopo tanta robaccia, a trattare forse il migliore tra i collaborativi puri per giocatori esperti.
Il che pone Pandemic appena una spanna sotto il peggior gioco competitivo qualsiasi.

Lo ammetto, l'idea di lottare per debellare malattie infauste per l'umanità come lo squacquerone di Nonno Nanni, la puffalgia , la crisi di cazzo e l'onicocriptosi, è sempre un forte stimolo a partecipare ad una partita di Pandemic. Ciò di cui purtroppo non ci si riesce a liberare è la grave piaga dei solitari di gruppo o, come amano chiamarli i produttori, giochi collaborativi.

Questo gioco, per una testa e otto mani, gode di una certa popolarità, anche perché pochi altri permettono come questo di potersi allontanare dal tavolo senza remora alcuna, più o meno come Lupin III, ma senza limiti di tempo e con tale opzione valida per ogni giocatore in qualsiasi momento. Spiacente Frumusa, ci avevano già pensato.

E a pensarci è stato Mr. Matt Leacock, un uomo amareggiato dalla vita (Lea=prato, Cock=cazzo) che, dopo aver perso i pochi amici firmando Roll Through the Ages, ha provato a costringere qualcuno al tavolo a parlare con lui realizzando il collaborativo Pandemic. Insoddisfatto dei risultati però, considerato che i compagni si limitavano ad ignorarlo gestendo serenamente la situazione, ha deciso di affondare il colpo sulla famiglia, mettendo a frutto un mostruoso Power Kitty, con il risultato di perdere anche l'appoggio dei parenti. Nel 2010, infine decide di tornare ad una più stabile situazione di tregua silenziosa con amici e parenti, facendosi produrre Forbidden Island, nuovo collaborativo vagamente più "family" sulla falsa riga di Pandemic.

Ora penserete che una persona normale non possa fare il game designer, o che noi esasperiamo le realtà dietro la realizzazione di (brutti) giochi. E pensate bene. In ambo i casi.

Tornando al nostro Pandemic, dove nel frattempo l'amico che tiene il tavolo è andato avanti senza di noi con una certa agilità (il non dover fingere di discutere scelte matematicamente ovvie fa guadagnare un sacco di tempo sia a chi gioca sia a chi è andato a studiarsi il regolamento del prossimo gioco), troviamo un sistema di autogestione del tabellone/intelligenza artificiale funzionale e ponderata, tanto che il sistema di contagio delle città è stato registrato come "a cagata di piccione". Ma è solo uno degli elementi simpatia inseriti nel regolamento, già il piacevole setup ad esempio prevede la famigerata suddivisione in mazzetti delle carte, da ricomporre dopo averci infilato a caso le carte "cazzi vostri", per dare un senso al vostro affanno durante il girovagare mondiali inseguendo il puffo gonorreico che terrorizza i fedeli del pianeta.

Scopri carte, piazza i cubetti, controlla sei hai perso, altrimenti prova a levare i cubetti. Un turbine di attività che vi tiene coinvolti senza soluzione di continuità, il biliardino.

C'è però una mappa, tanto per dare l'impressione, facendo muovere le pedine, che ci sia un senso per il tutto, e facendo così subentrare le carte con le locazioni, una roba che serve per muoversi nelle città, per costruirci una base, per trovare una cura, che arricchisce di trepidante tensione il gioco, che se scarti una carta per muoverti non potrai usarla per curare, né per costruire. Tensione alle stelle. Poi il nostro amico ci richiama al tavolo, e la finale dei mondiali dell'82 ce la finiamo di vedere dopo.

Il gioco va vanti così fintanto che non ci siano troppi cubetti sul tavolo o troppi pochi giocatori. Talvolta invece gli annoiati rimangono al tavolo fino a debellare le peggiori malattie del pianeta e ripongono la scatola nello scaffale auto-applaudendosi come principianti del corso di danza del ventre dopo la prima lezione.


Purtroppo, escluso il tentativo d'infilare talvolta una qualche forma di traditore, nulla può salvare un collaborativo, e così è per Pandemic, nato per essere un'applicazione da tablet, che al momento ha l'unico pregio civile di tenere distratto Leacock dalla sua condizione umana.


Ha partecipato con noi oggi Aleksandra, che ringraziamo per lo sforzo di fingersi cortese nonostante la nostra maleducazione atavica, ritratta da Marco Nardi nella sua interpretazione del "debellare la puffalgia", causando però talvolta ricadute in almeno una delle altre tre gravi malattie citate.

Per quante avessero intenzione di supportare e sopportare il nostro operato con la propria immagine possono contattarci all'indirizzo info@ilpuzzillo.com

Quale migliore occasione poi per ripescare un'immagine donataci dal buon Davide Rospi, che per motivi ignoti ha deciso di partecipare al concorso Miss Puzzillo 2011 omaggiando proprio Pandemic. Rimane ignoto, probabilmente per raggiunto limite di dignità, il nome della modella.


29 commenti:

  1. Non va bene... la frase iniziale è colma di pregiudizi verso il genere cooperativo. In questo modo il resto dell'articolo perde completamente di significato. Non che questo sia una novità, ma questa volta non siete riusciti neanche a camuffare la cosa dietro qualche sagace battuta.
    Questa recensione non mi è piaciuta per niente.

    Smaronato I

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  2. Non va bene... c'è un pregiudizio solo.

    Perché, Leacock s'è forse sprecato a nascondere il collaborativo dietro a qualche sagace meccanica?

    Questo gioco non mi è piaciuto per niente.

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  3. Non diciamo assurdità, ci sono giochi competitivi molto peggiori di Pandemic
    Purtroppo questa recensione dice qualcosa di assolutamente sensato, nei collaborativi c'è sempre il leader che si impone perché è quello che sa giocare meglio e alla fine gli altri si annoiano...

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    1. Aoh, molto spesso il "leader" indica semplicemente l'unica mossa sensata da fare in quel turno, eh! Specie durante i turni avanzati.

      No, perché da come ne parlate sembra più che altro il maschio alpha che piscia pure sul tavolo per marcare il territorio...

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    2. Sì, ma lo so che si gioca così questo titolo, a me piace Pandemic ma è un difetto che bisogna tenere in considerazione.

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  4. Mio cugino ha fatto un giocone, non capite una sega

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  5. i pregiudizi sui collaborativi nascono dal problema che è che sono una merda

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  6. recensione di pandemic...."gioco" del 2008.....esticazzi!

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  7. Puzzillo & compagni di merende vari, forse è meglio se scrivete "recensioni" tra virgolette, sennò questi qua mica lo capiscono che non scrivete recensioni come quelle serie (l'aggettivo "fuorilegge" dev'essere complicato da capire).

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  8. Oh ragà... perché non recensite un bel gioco???

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  9. "Giochiamo a qualcosa oggi?"
    "No, non mi va"
    "Neppure a me"
    "Ah, ok. Allora piglio Pandemic"

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  10. perchè esistono anche "recensioni" serie?? @_@
    ah, e comunque aleksandra ne sa..

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  11. C'è da dire che io mi diverto a far giocare gli altri a Pandemic.

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  12. "Eccoci, dopo tanta robaccia, a trattare forse il migliore tra i collaborativi puri per giocatori esperti."

    BSG, anyone?

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    1. Quale parte di "puri" non hai capito?

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    2. La parte Space Alert, credo.

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    3. Quale parte di "forse" non hai capito?

      Cacchio questi so' proprio tosti.

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  13. Ammappate che celerità!
    La prossima rece su Monopoly o su Scale e Serpenti?

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    1. 'sto "scale e serpenti" dev'essere interessante, alla prossima Norimberga c'informiamo.

      Per ora ci accontentiamo della celerità nel distinguere un sito di news da un blog di recensioni ironiche, tipo leggendo.
      Scherzo, lo so che è una cosa che non fa nessuno. E' solo che i più fortunati si salvano risparmiandosi uscite del genere. Bastardi nati con la camicia.

      Però... Scale e Serpenti, il tema già spacca.

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    2. allora meglio "non t'arrabbiare" (o ludo o pachisi o petit cheveux o come diavolo volete chiamarlo) o senet, almeno il giocatore SCEGLIE quale pedina muovere

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    3. Non andiamo sul complicato per cortesia, abbiamo già problemi così, senza dadi.

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    4. che ci piaccia o no, siamo tutti figli del gioco dell'oca: per guardare al futuro, non possiamo rinnegare il nostro passato :)

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    5. siamo anche figli di scuoiare gli animali, ricordiamocelo quando compriamo delle nike air.
      ma che cazzo di discorso è?

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    6. inutile convertire gli adulti: bisogna educare le generazioni future

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    7. col gioco dell'oca, magari.

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    8. "che ci piaccia o no, siamo tutti figli del gioco dell'oca: per guardare al futuro, non possiamo rinnegare il nostro passato"

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  14. http://www.youtube.com/watch?v=PZ2QFmJ7h0A

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