lunedì 16 gennaio 2012

Blood Bowl: Team Manager - sangue e conti da osteria

Titolo: Blood Bowl: Team Manager
Anno: 2011
Autore: Jason Little
Editore: Fantasy Flight (ing)
               Stratelibri (ita)
Tipo: gioco di carte
Genere: poco deckbuilding
Tema: Football Fantasy
Meccanica: accumulo omini, compra le carte
Numero Giocatori: 2-4
Durata: 60' - 90'
Difficoltà: 3/5
Dipendenza dalla lingua: notevole (carte).
Illustratore: troppi

"Giochi americani: non sono tedeschi".
Con questo intervento Capitan Ovvio è entrato a gamba tesa nel mondo dei giochi, un po' come i giochi da tavolo stile Ameritrash sono entrati sulla stima intellettiva dei giocatori di tutto il mondo.
Ma c'è di meglio, ci sono i giochi americani semplici, quelli che danno l'idea che i neuroni da quelle parti si siano dati alla fuga come i topi dal Titanic.
E, anche se non lo direste pur sperandolo, c'è ulteriormente di meglio: giochi americani semplici con meccaniche talmente originali da rischiare il plagio di sé stessi.
Ecco, ora siamo in zona Blood Bowl.
Una cosa alla quale però gli editori americani non rinunciano è il "flavor" o, nella nostra lingua, "fuffa". Per questo troviamo una presentazione in stile Every Given Sunday: "la vita è un gioco di centimetri", ma questo non fa che aumentare l'idea di una scopiazzatura generale, quando lo stesso discorso veniva già più volte enunciato nei nostrani "Le palle giuste per la mia mazza" e "Mettigliela lunga".

Fatto sta che il tema "di menare" ci piace sempre e un'occhiata al regolamento la diamo senza paura di essere traditi, infatti il corposo manuale per illustrare un gioco "piazzate una carta per uno a turno e alla fine chi ha le carte più alte vince" mostra gli ultimi neuronici topolini che, attardati, malinconicamente voltandosi abbandonano il cerebrale Titanic con gesto definitivo.
La delusione è che il "di menare" non finisca mai bene, che so, menando l'autore PRIMA, che termini l'opera.

Ma veniamo al gioco, ah, l'abbiamo già fatto. Ma per essere più precisi diremo che a differenza del fortunatissimo predecessore "la carta più alta vince", Blood Bowl: Team Manager offre una serie di ritocchi sensazionalistici, come la differenziazione della dozzina di carte base in possesso di ogni giocatore o la possibilità di aggiungere qualche Star Player o abilità speciale.
In realtà le 12 carte in dotazione a ciascuna delle sei squadre presenti nella scatola non sono poi eccessivamente differenziate considerando una base di uomini di linea uguali per umani, nani, orchi, skaven,  chaos ed elfi silvani. Questo mentre l'effetto "deckbuilding" si riduce ad un numero di carte variabile tra zero e poco più, a seconda dello sviluppo della partita, carte per giunta pescate a caso. Lo stesso, giacché il sistema risulta perfettamente discreto come le labbra della Parietti, è applicato alle carte tattiche: bonus rappresentanti gli avanzamenti dei giocatori come dello staff, più accuratamente "bonus vari".
Ogni turno una serie di azioni salienti per le quali far competere i propri giocatori, impegnandoli qua e là cercando di aggiudicarsi più azioni possibile tramite il sostanzioso e sostanziale sistema già trattato. In aggiunta qualche piccolo effetto come l'applicazione delle abilità delle carte appena giocate, un pizzico di pepe al gioco, tanto per non stampar le carte solo con un grosso numero colorato nel mezzo. Così è talvolta possibile tirare un canonico paio di "dadi blocco" (modificati ad uopo, o ad minchiam, se preferite) contro l'avversario diretto, o raccogliere il pallone onde esaltare maggiormente il pubblico.
Già, il pubblico. Lo spettatore pagante che si gusta le azioni salienti e tramite saldo del canone rende ricche (di gloria) le società. In somma, quello che i giocatori chiamano più familiarmente "punti vittoria": chi ne ha di più alla fine del Blood Bowl è il vincitore.

Alcune meccaniche di setup hanno rischiato di portare il gioco ai vertici delle classifiche del Puzzillo Marrone. Ad esempio trucchi per la longevità come pescare solo alcuni dei maggiori tornei da giocare: ne abbiamo quattro, uno è il Blood Bowl e ci va per forza, degli altri tre ne peschi due e li mischi ponendoli prima del Blood Bowl. Tutto un brivido d'incognite.
Ciò nonostante il gioco gode di una longevità potenzialmente infinita, solo strettamente legata allo stadio d'avanzamento dell'Alzheimer dei giocatori. Io ad esempio l'ho giocato tante volte di seguito senza annoiarmi mai.

E con questo vi saluto introducendo la recensione della prossima settimana, una novità assoluta mai giocata prima: Blood Bowl: Team Manager.


PRO - E' Blood Bowl!, nonostante le complicazioni dovute e quelle del manuale (che tenta di spiegare anche come voltare pagina) è piuttosto intuitivo, componentistica gradevole (e grazie al... cacchio la FF eh!).

CON - l'unico vero aspetto "manager" è quello per cui non giochi effettivamente una partita di Blood Bowl, prettamente questione di fattore C e bluff (ossia doppio fattore C), un pelino troppo rispetto alla durata, comunque inferiore a quella prevista per l'autoestrazione di molari e orecchie.

7 commenti:

  1. Questo gioco passa inosservato pure nei commenti...

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  2. Questo perché se ne è afferrato esattamente l'entusiasmo.

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  3. E' ora di scendere a patti con la realtà. Il puzzillo scrive un topic polemico/provocatorio pieno di rutti e peti = 60/70 messaggi.

    Il puzzillo scrive una recensione? 0 messaggi.

    Qualcosa vorrà dire? :D

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  4. mha... non so nemmeno in quanti l'abbiano questo gioco.

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  5. @stef: Qualcosa vorrà dire? :D Vuol dire che siete in linea con questo Blood Bowl. Fate cagare nelle recensioni, ma mi piacete lo stesso ahahahahaha ;D

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  6. "Ma" ti piacciamo, o "quindi" ti piacciamo?

    Dai che stiamo crescendo, ora mettiamo anche la mano davanti la bocca.

    PS il povero Stef faceva solo statistica, purtroppo lui non vuole saperne di scrivere per noi. In effetti buon per lui.

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