lunedì 14 novembre 2011

Rapinato - Lamborghini

Rapinato, e prontamente restituito, direttamente dalle mani dell'autore che abbiamo già apprezzato per non essere mai venuto in casa nostra: l'indimenticabile Pierqualcosa Zizzi.
Noto per aver distrutto la credibilità di Chiarvesio coinvolgendolo nella realizzazione di Arcanum, Zizzi si sta specializzando nel design di giochi per allocchi: i casual game che invece di essere da non giocatori sono da non giocare.
Lamborghini, beneficiando del nome della prestigiosa casa automobilistica, è un gioco che quasi a ragione snobba gli acquirenti, che in gran parte saranno persone capaci di accontentarsi: di un gioco invece che della macchina, come piuttosto che di un gioco, di un abbozzo, che sta un po' a metà tra la carne e il pesce, più o meno con il sapore di un tovagliolo.
La plancia lucida con enormi caselle a dividere il tracciato automobilistico imprime una storia chiara nella mente dell'osservatore: "tira il dado, muovi la macchinina, chi arriva primo vince". Ma Zizzi non è l'ultimo degli autori (almeno fintanto che ci saranno gli autoproduttori), e ci sorprende nel non inserire dadi nella confezione, probabilmente ritenuti uno strumento eccessivamente aleatorio per un prodotto così raffinato, utilizzando invece una stampata di numeri in calce alle svariate carte che elegantemente indicano di quante caselle debbano muoversi le macchinine giocattolo.
Pur apprezzando la visionarietà dell'autore, dobbiamo imputargli la natura bipolare del gioco, roba da analisi, se i giocatori non lo fossero già tutti per proprio conto. Se la seconda metà del gioco è infatti, come visto, "complessa con variante" (gira carta, muovi, il primo che arriva vince), la precedente parla talmente tedesco che pare di stare in un garage Volkswagen: draft palese con sistema a pendolo ed acquisizioni miste semilibere. Il massimo per il vostro bambino.
Macchina, pilota, motore, sospensioni, gomme, etc. etc... tutte carte che è possibile avere secondo un sistema di acquisti tramite carte denaro; cosa cambia nel gioco? qualche bonus qua e là e il fatto che che non vince chi arriva primo ma chi avrà più denaro alla fine della corsa, tra risparmi e premi piazzamento. Questo, e il raddoppiarsi della durata della partita.
Un colpo alla botte ed uno al cerchio, un buon modo per avere due nemici in più. 

Le macchinine giocattolo all'interno sono invece l'elemento necessario al papà acquirente per giustificare l'acquisto con la mamma del bimbo (a meno che il babbo non sia giocatore, caso in cui non potrà mentire a sé stesso).


8 commenti:

  1. Ci tengo a precisare che la mia credibilità era già compromessa prima di fare Arcanum con Pierqualcosa Zizzi (d'ora in poi lo chiamerò così)

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  2. Dalle nostre parti valutiamo comunque positivamente i colpi di grazia...

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  3. Stef (quello Castelli)15 novembre 2011 alle ore 01:47

    Andrè, non dargli retta. Questo ha Kingsburg con l'espansione, lo conosce a memoria e gli piace pure. :) Ti ama!

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  4. Io fra l'altro mi pregio di essere stato il primo a scorgere la bravura di Pierqualcosa Zizzi e a pubblicargli un gioco :)

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  5. mariosacchi, tu hai pubblicato Caligula, un gioco che per quanto mi riguarda non è finito in Sfida (citando la De Filippi) perchè sono ancora scosso dai conati dall'unica prova di gioco che ho fatto.
    I materiali sono l'antitesi della funzionalità, se i gettoni fossero un aggettivo, questo sarebbe "focomelico".
    Lasciare l'equilibrio della partita in mano alle alleanze non si fa dagli anni '80, e la grafica del retro della scatola è degna del menu di un ristorante cinese.

    No, ma fai pure, e vantati.

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  6. Non mi sorprende che ti trovi male: per apprezzare il gioco e i gettoni bisogna aver già sviluppato cervello e pollice opponibile.
    Daidai, che fra un milioncino di anni ci puoi arrivare anche tu :)

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  7. Peccato, al pollice opponibile preferisco il medio estraibile.

    Forse non sono riuscito a compenetrare il delicato equilibrio fra le meccaniche, l'interazione fra giocatori e la scalabilità asintomatica riprovante, ma di sicuro sono arrivato alla conclusione che per "apprezzare i gettoni" di Caligula bisogna stare male forte.
    Capisco la scelta per abbassare il prezzo al pubblico, ma non riesco a condividerla quando è a totale discapito della praticità. Per usare quei gettoni, più che il pollice opponibile, bisogna avere delle pinzette da manicure.

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  8. La scelta di non mettere il tabellone è stata fatta per offrire il gioco a un prezzo basso al pubblico. Da lì, l'esigenza di mettere i gettoni sulle carte. Da lì, l'esigenza di averli di dimensioni tale da rendere la cosa possibile.
    Comunque se ce la faccio io a usarli, che ho la manualità di un pinguino, può riuscirci chiunque

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