sabato 22 ottobre 2011

Rapinato – Wiraqocha

Il solito 2-4 da 60min? Sì, più o meno. Questo più degli altri ha un nome strambo.

La plancia modulabile in stile Coloni di Catan pare influire sullo sviluppo del gioco poco meno di uno sbuffo di massaia in un monsone, il legame con il lancio dei dadi rende le possibilità strategiche ampie come quelle che avreste di rimorchiare Jessica Alba giocando a Wiraqocha, e il possibile annichilimento di un giocatore sono numeri non da poco per un neonato del 2011.
D’altro canto il gioco ha dalla sua una delle poche grafiche decentemente colorate tra quelle di quest’anno, una componentistica semplice ma efficace e una meccanica dalle stesse caratteristiche, con il risultato di un gioco molto serrato ed aggressivo,decisamente poco conservativo e tutto sommato dalle alternative modalità di vittoria realmente applicabili a parità di possibilità.

La ricchezza del gioco (e parliamo di ricchezza come parlerebbe Pannella di un cappuccino) è proprio nella rosa di possibilità per la vittoria, si tratta di collezionare, conquistandole sulla mappa, moltissimi punti spesi in invenzioni e costruzioni, tante pietre o pochi artefatti. Ma nulla è per sempre, nemmeno un diamante, almeno fintanto che chiunque possa rubarlo introducendosi nella base di qualcun altro.
I dadi poi posso essere manipolati abbastanza da fingervi un certo controllo (“fermo Fuffi, ho detto fermo, no no vai, bravo Fuffi, era proprio quello che intendevo, vai da bravo”), aumentandone la quantità o gestendone i risultati utilizzando le risorse, anch'esse sfruttate in almeno tre maniere diverse (rimanendo nella legalità che concerne la comunità europea).
Ancora un pizzico di varietà i ragazzi della Sit Down! Ce l’hanno infilata con l’eleganza con cui s’infilerebbe un cinghiale a La Scala, con pedine dagli effetti diversi e una serie di carte acquistabili in grado di fornire determinanti bonus sulla plancia.

Il risultato è un colorato incrocio tra Coloni di Catan e Neuroshima Hex, che tra le uscite “mortaccine” di questa Essen 2011 spicca senza brillare, come un pompelmo tra le zucche.
Probabilmente presto ne potrete leggere su queste pagine, giacché mossi a disperazione dalle restanti offerte fieristiche, ne abbiamo portata a casa una copia.


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