domenica 24 luglio 2011

If Wishes Were Fishes – e se pescassi una balena?

Titolo: If Wishes Were Fishes
Anno: 2007
Autore: M. Adams
P. Sarrett
Editore: Rio Grande Games (ing)
Tipo: gioco da tavolo
Genere: mercante
Tema: pesca (tutt’altro che sportiva)
Meccanica: draft scoperto, gestione risorse
Numero Giocatori: 2-5
Durata: 60’
Difficoltà: 2/5
Dipendenza dalla lingua: nulla
Illustratore: Cristof Tisch



IMMAGINI

Se i desideri fossero pesci il gioco dovrebbe essere a tema sirenette vogliose, ma dato che il gioco non l’abbiamo fatto noi bensì una ditta tedesca, i pescatori non desiderano altro che pescare e vendere pesci. Onorevole.

Stiamo trattando di un draft per prendere pesci e venderli al miglior prezzo, forse la parte più innovativa del gioco è l’utilizzo di vermi come moneta e di moneta come punti. Rivoluzionario. Se nel 2007 non fossero usciti Agricola e Zooloretto forse questo gioco avrebbe avuto qualche chance in più, sfortuna. Un po’ come la mia nell’acquistarlo a scatola chiusa.

Se non avete giocato nulla di più che Bang! o Munchkin con If Wishes were Fishes vi sembra di stare partecipando ad un progetto ludico di una certa profondità, in realtà l’unica parte profonda è quella in cui trovate il pesciolino che, rigettato in mare piuttosto che venduto, vi regala la possibilità di fare sashimi di quelli pescati precedentemente (solidarietà ittica), arricchendovi alla faccia dei vostri avversari.
Nelle comunità marittime si vive di piccole soddisfazioni.

A soddisfare invece è la componentistica e la sua tenera simpatia, come quella di un cugino speciale, alle cui battute si ride in considerazione delle relative capacità: il pesce pagliaccio con la margherita spruzzante all’occhiello e la “stella” marina ne sono disarmanti esempi. Gli omini che arricchiscono i diversi banchi del mercato invece sono un’inno al razzismo: il grande uomo bianco quasi triplica il valore del pesce, il grigio lo radoppia e poco aggiunge invece il piccolo uomo nero. Prendi questo Luther King.
I pesci da mettere in barca sono della medesima dimensione della barca stessa, tanto che potete portarne uno solo per barca, appunto, se uscisse un film di Sampei dovrebbero rivalutare le proporzioni al tasso d’inflazione del 2007.
Dura la vita del pescatore, soprattutto quando le esche sono degli enormi vermi viola di gomma, roba da terrorizzare quelli di Dune. Ciò nonostante i vermi rimangono l’unico vero movente per la custodia di un posto in ludoteca per questa scatola.

L’ora di partita, passata a “smucinare” il vostro mucchietto di vermi è una sorta di terapia anti-stress ottima per far digerire il tempo perso dal giocare a un gioco vero. (Oppure se uscite da una partita a Mondo senza Fine).

PRO – vermi di gomma.

CONTRO – meccanica quasi nuda (e non elegantemente “vedo non vedo”).

LA GUASTAFESTE DICE – “niente di speciale, e i vermi non vibrano.”

NOTE – proprio no.



2 commenti:

  1. Lo giocai, mi sembrò semplicemente un gioco come tanti, neanche disprezzabile, ma appunto niente di particolare.
    Ma i vermi sono bellissimi. Ogni gioco dovrebbe averne.

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  2. Disprezzabile come tanti.
    A proposito di tanti, tanti auguriiii a te... Etc. (pigrizia).

    I vermi hanno cambiato il metro di giudizio sulla componentistica dei giochi.

    RispondiElimina

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